Padre e figlio ricoverati in terapia intensiva, il figlio più giovane si salva, il papà più anziano non ce la fa. È la storia di Giovanni Zampino e di...
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L’influenza è arrivata circa un mese fa al figlio, con tosse e febbre a 38: dopo qualche giorno i sintomi si fanno più gravi, anche il papà viene contagiato, ed entrambi finiscono in ospedale. «Quella è stata l’ultima volta che ho visto mio padre, ho scoperto che era morto quando mi è arrivato un messaggio di condoglianze - racconta a La Stampa - mio fratello ha preferito non dirmi nulla dato che sono ancora in ospedale».
Quando padre e figlio sono stati portati via in ambulanza, lo sguardo dei vicini era eloquente: «Mi sono sentito un appestato, gli occhi delle persone non li dimenticherò mai», dice Giovanni, che viveva con suo padre da un anno e mezzo, da quando la mamma era morta e l’anziano papà aveva bisogno del suo aiuto.
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Il figlio 41enne ora sta meglio, ma il suo messaggio è chiaro: «Questo non è un gioco, ho perso un padre e non ho potuto salutarlo mentre moriva da solo in un letto di ospedale, in un reparto in cui nessuno dei parenti è potuto entrare». «Vedo ancora troppi giovani in giro che se ne fregano: questa non è un’influenza, l’influenza non ti manda in terapia intensiva». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino