Casi Covid in aumento, gli esperti: «Più ceppi in circolazione. Variante Eris al 52%, cresce anche Pirola»

L'Istituto Superiore di Sanità ha diffuso gli ultimi aggiornamenti sui ceppi virali in circolazione, sottolineando l'importanza di un attento monitoraggio

L'Istituto Superiore di Sanità (Iss) ha diffuso l'ultimo aggiornamento sulla circolazione delle varianti di Sars-CoV-2 in Italia. Dalla nota emerge che al momento...

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L'Istituto Superiore di Sanità (Iss) ha diffuso l'ultimo aggiornamento sulla circolazione delle varianti di Sars-CoV-2 in Italia. Dalla nota emerge che al momento è in atto una «co-circolazione di diversi ceppi virali». A risultare dominante è ancora la variante Eris, mentre risulta in rapido aumento anche la variante Pirola. L'Iss ha sottolineato la necessità di mantenere un livello di monitoraggio alto, chiarendo inoltre alcuni punti su rischi e cambiamenti della patologia associata al Covid.

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Varianti Covid, la situazione attuale 

È ancora la variante Eris a dominare in Italia: l'ultima indagine dell'Iss mostra un ulteriore aumento dei ceppi Eris, che salgono al 52,1% dei casi, contro il 51% della precedente indagine. A riferirlo è lo stesso Istituto superiore di sanità, precisando che nel conteggio sono stati considerati i campioni notificati dal 13 al 19 novembre, e che sono stati coinvolti un alto numero di laboratori in tutte le regioni e province (anche quelle autonome).

Ma è anche il rapido aumento della variante Pirola a preoccupare: «Analogamente a quanto segnalato in diversi Paesi - sottolinea l'Iss - anche in Italia si osserva un aumento della prevalenza della variante d'interesse BA.2.86 o Pirola, salita al 10,8% rispetto al 1,3% dell'indagine precedente, con un range compreso tra lo 0% e il 60% nelle diverse regioni». 

«Nell'attuale scenario - spiegano i virologi - è necessario continuare a monitorare con grande attenzione, la diffusione delle varianti virali, e in particolare di quelle a maggiore trasmissibilità e/o con mutazioni correlate a potenziale evasione della risposta immunitaria». Tuttavia, rassicurano gli esperti, al momento, stando  «alle evidenze disponibili la variante Pirola non sembra essere associata a rischi addizionali rispetto agli altri lignaggi del virus Sars-CoV-2 co-circolanti e non sono stati segnalati cambiamenti nella gravità della malattia associata».

 

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Il Mattino