Covid, scoperto «l'interruttore» della malattia: lo studio condotto dall'Università di Brescia

Covid, scoperto «l'interruttore universale» della malattia: lo studio condotto dall'Università di Brescia
Il Covid può attaccare tutti gli organi, non solo i polmoni. Lo proverebbe una ricerca scientifica condotta dall'Università di Brescia. I ricercatori hanno...

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Il Covid può attaccare tutti gli organi, non solo i polmoni. Lo proverebbe una ricerca scientifica condotta dall'Università di Brescia. I ricercatori hanno scoperto che il coronavirus può agire «agganciando proteine espresse da tutte le cellule umane» come dei veri «interruttori universali» attraverso i quali il virus potrebbe mettere in atto la sua invasione.

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Lo studio italiano

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Microorganisms ed è stato presentato al quinto Congresso nazionale della Società italiana di virologia (Siv-Isv) guidata dall'ordinario di microbiologia e microbiologia clinica dell'università di Brescia Arnaldo Caruso. L'evento, presieduto da Caruso, si è svolto ieri e oggi in modalità telematica con «una partecipazione senza precedenti - spiega Caruso all'Adnkronos Salute - attestata da 90 relatori e oltre 600 partecipanti attivi. Ci siamo confrontati sui più recenti risultati ottenuti nei diversi campi della virologia umana, animale, ambientale e vegetale».

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«Molti sono stati gli studi condotti sul coronavirus pandemico e i relativi dati scientifici presentati», prosegue il professore. Il lavoro del gruppo di Francesca Caccuri dell'università di Brescia ha dimostrato come le cellule endoteliali microvascolari polmonari sono suscettibili all'infezione da Sars-CoV-2, e sono anche alla base dei processi infiammatori e angiogenetici che contribuiscono allo sviluppo di Covid grave.

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«La ricerca - rimarca il presidente Siv-Isv - permettere l'infezione delle cellule endoteliali e virtualmente di tutte le cellule umane che non esprimono uno specifico recettore, quello denominato "Ace2". L'utilizzo da parte di Sars-CoV-2 di questo specifico recettore potrebbe spiegare il coinvolgimento multiorgano tipico delle forme gravi legati al coronavirus». Questa scoperta potrebbe consentire di far concentrare la ricerca scentifica su questo specifico fattore.

 

 

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Il Mattino