Mario, 75 anni, ha sconfitto il Covid dopo 81 giorni in terapia intensiva: «Highlander in corsia»

Lo hanno già rinominato «Highlander in corsia», un soprannome quanto mai meritato. Un vero combattente che ha sconfitto il Covid a 75 anni dopo 81 giorni...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Lo hanno già rinominato «Highlander in corsia», un soprannome quanto mai meritato. Un vero combattente che ha sconfitto il Covid a 75 anni dopo 81 giorni passati in terapia intensiva, 25 in sedazione totale. Lui è Mario Botti ed è stato dimessi ieri mattina dal Policlinico di Modena per essere accolto in una struttura di Gaiato, sull'Appennino modenese, dove affronterà la riabilitazione a seguito della lunga degenza. 




Mario è un imprenditore. La sua storia l'ha raccontata la figlia Barbara al Resto del Carlino. Una delle tante storie che hanno accompagnato questa dura sfida al coronavirus. La donna spiega come suo padre abbia affrontato non solo la malattia ma anche diverse conseguenze negative successive: «Ha sviluppato una polmonite, una emorragia e contratto il citomegalovirus. Dopo tutto quello che ha passato - spiega Barbara Botti - è in condizioni sorprendenti, riesce anche a parlare e quando gli ho detto che sarebbe stato portato in Appennino mi ha sorriso».

Mario Botti è entrato in ospedale lo scorso 19 marzo: «Tutte le sere mi telefonavano - continua la figlia - e quando sentivo dire 'terapia intensiva' dal tono capivo già se le sue condizioni erano migliorate o peggiorate. I medici hanno vissuto tutto sulla loro pelle e non li ringrazierò mai abbastanza. Se mio padre è riuscito a conquistarsi l'appellativo di Highlander in corsia, il merito è tutto loro».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino