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Come mi devo comportare se scopro di essere stato un contatto stretto di una persona risultata positiva? Prima di tutto, il percorso è tutto sommato semplice se si è asintomatici, diviene più complesso se si hanno la febbre, la tosse o delle difficoltà respiratorie: il tampone dovrebbe essere immediato, ma con il sistema sanitario in grande affanno, in questi giorni, vi sono segnalazioni di persone che, pur con i sintomi, aspettano troppo tempo di potere essere sottoposti ai test.
Ma andiamo per ordine e partiamo dall'ipotesi meno grave. Il signor K. scopre di avere avuto un contatto con un positivo, ma per fortuna non ha alcun sintomo. Racconta il dottor Enrico Di Rosa, direttore del Servizio igiene pubblica dell'Asl Roma 1: «Dal punto di vista epidemiologico, se si è asintomatici non è comunque utile eseguire il tampone subito dopo il contatto, meglio aspettare 4-5 giorni. Ciò che è importante, però, è isolarsi subito e rispettare la quarantena». In linea teorica, eseguire il tampone dopo 4-5 giorni, quindi nei tempi corretti, a un contatto stretto asintomatico favorisce l'indagine epidemiologica e la ricostruzione della catena del contagio, ma ormai viaggiamo a 21mila positivi al giorno: è illusorio pensare di raggiungere tempestivamente tutti i contatti stretti. Va tenuto conto anche di un dato: il Comitato tecnico scientifico ha fissato nuove regole per consentire a un asintomatico, considerato contatto stretto di un positivo, di uscire dalla quarantena. Funziona così: dopo dieci giorni deve fare il tampone e, se è negativo, può tornare alla vita normale.
C'è un altro problema che, spesso, rende poco chiaro il meccanismo. Quando l'ipotetico signor K. deve essere considerato contatto stretto? Il Ministero della Salute elenca una lunga casistica: il signor K. è contatto stretto se vive in casa con una persona risultata positiva; se ha avuto contatti fisici diretti e non fugaci con un positivo: una stretta di mano, un abbraccio; se è rimasto in una stanza a lungo con il positivo, magari per una riunione, senza indossare la mascherina. C'è infine tutta una casistica legata ai trasporti. Ipotizziamo che il signor K. abbia viaggiato in aereo o in treno con un passeggero trovato positivo. In questo caso, il riferimento è a quei mezzi dove è possibile il tracciamento perché i biglietti sono nominativi (sempre in aereo, sui convogli dell'alta velocità per quanto riguarda i treni). Secondo il Ministero della Salute è contatto stretto di una persona positiva chi «ha viaggiato seduto in treno, aereo o altro mezzo di trasporto entro due posti, in qualsiasi direzione rispetto a un caso di Covid-19; sono contatti stretti anche i compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione dell'aereo o del treno dove il caso indice era seduto». Di solito sono le Asl ad avvertire la persona che ha viaggiato con un positivo e a chiederle di rispettare la quarantena. Anche qui: l'ideale sarebbe fare il tampone subito, ma in questi giorni, con i drive in molto affollati, non è così scontato ottenere il test. L'alternativa è rivolgersi a una struttura privata per fare l'antigenico (il tampone rapido); il laboratorio privato, in caso di positività, invierà il prelievo a un centro di analisi pubblico per l'esame molecolare di conferma (quanto meno questa è la procedura prevista nel Lazio).
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Il Mattino