Covid, il viceministro Sileri: «Sì a riapertura stadi ma mille posti sono pochi»

Covid, il viceministro Sileri: «Sì a riapertura stadi ma mille posti sono pochi»
«Gli ospedali nei mesi scorsi sono stati degli amplificatori della diffusione del virus, adesso non succede perché ci sono dei protocolli come nelle Rsa. Oggi sono...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Gli ospedali nei mesi scorsi sono stati degli amplificatori della diffusione del virus, adesso non succede perché ci sono dei protocolli come nelle Rsa. Oggi sono molto più preoccupato dai pranzi della domenica in famiglia e delle cene con amici. Molte persone pensano che il virus non se lo sono preso questo è un errore che non deve essere commesso». Lo ha detto il vice ministro della Salute, Pierpaolo Sileri, in un'intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei. «Faccio fatica a pensare che oggi ci potremmo trovare nella stessa situazione di febbraio e marzo, quando il virus ci ha attaccato alle spalle». 


Viceministro della Salute Pierpaolo Sileri visita ospedale Santa Maria Goretti Latina

«Il rischio di avere casi d'importazione è elevato. Servirebbe una strategia più ampia, non solo dell'Italia nei confronti della Francia ma una visione dell'intera Europa per dare delle linee definite» ha poi detto Sileri. «Oggi è la Francia - ha aggiunto Sileri - ma domani i casi saliranno in Germania e poi in Inghilterra. Fino a quando non avremo un vaccino questo è ciò che dobbiamo aspettarci. Potremmo fare dei test all'aeroporto anche se il tampone negativo non porta il rischio a zero». Secondo il viceministro «l'alternativa è avere un tampone antecedente di 2-3 giorni la partenza. Questo significa convivere con il virus perché il rischio non può essere zero. Se tutti gli Stati facessero questo potremmo intercettare le situazioni che potrebbero innescare dei focolai. Il rischio non sarà mai controllato». 

Covid, da lunedì Madrid torna in lockdown: restrizioni per quasi un milione di persone

Sulla riapertura degli stadi. «A maggio ero contrario, perché secondo me era troppo presto. Però poi visto l'andamento dei contagi, con numeri sotto controllo, si trattava solo di aspettare. È giusta, ora, la decisione di riaprire gli stadi, ovviamente non con la capienza completa. Ritengo però che siano troppo pochi mille posti» ha dichiarato Sileri. .«Io - ha proseguito - sono per una riapertura graduale degli stadi, che consenta un utilizzo dello stadio con le dovute misure di sicurezza: la distanza, l'uso della mascherina, e con la capienza che può andare via via aumentando. È chiaro - ha concluso Sileri - che una riapertura totale in questo periodo non potrà esserci».


«I test salivari possono consentire diagnosi veloci ed affidabili. Sicuramente il tampone è il più affidabile, ma è anche più invasivo e meno rapido. Auspico che i test salivari siano utilizzabili entro fine mese in maniera diffusa in tutta Italia» ha affermato il viceministro della Salute. «Non conosco la cifra esatta del costo, ma credo che andando avanti i costi saranno sempre più bassi, così come è stato per i tamponi», ha aggiunto il viceministro. 
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino