Per i cadaveri di Covid-19 doppia bara, niente vestizione e un telo imbevuto di dinsinfettante

Per i cadaveri di Covid-19 doppia bara, niente vestizione e un telo imbevuto di dinsinfettante
Niente vestizione, i cadaveri vanno avvolti come si trovano in un lenzuolo imbevuto di disinfettante. Sono escluse le operazioni di tanacosmesi come il lavaggio, il taglio delle...

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Niente vestizione, i cadaveri vanno avvolti come si trovano in un lenzuolo imbevuto di disinfettante. Sono escluse le operazioni di tanacosmesi come il lavaggio, il taglio delle unghie, dei capelli, della barba e del tamponamento. 




Per gli operatori del settore funebre che in questi giorni sotto stress per la situazione in tante città italiane, sono state diffuse da Utilitalia le regole da seguire per non infettarsi e trattare le salme di morti di Covid-19.

Devono essere, prima di tutto, essere composte all'interno di una duplice cassa. «Essere manipolate il meno possibile facendo la massima attenzione». Il cadavere «non deve essere spogliato dei suoi abiti e va avvolto in un lenzuolo imbevuto di disinfettante. L'autorità può anche vietare il rito funebre in caso di diffusine epidemiologica della malattia». 

Per la sepoltura la norma stabilisce che l'esumazione di una persona deceduta per malattia infettiva possa essere svolta solo dopo che siano trascorsi due anni dalla relativa inumazione. 

Prima della chiusura della bara si chiede di fare attenzione «agli oggetti potenzialmente contaminati dal virus, come letto, comodini», come al fatto che per gli spostamenti «potrebbero aversi fuoriuscite di aria dai polmoni nonchè di materiali biologici fluidi infetti. Tutto va disinfettato anche dopo, perchè il virus resiste alle superfici e potrebbe ancora contagiare». 

Tra i consigli anche quello di assicurare agli operatori funebri l'uso di tablet, telefonini, pc per facilitare il più possibile la trasmissione telematica delle documentazioni di morte in modo da ridurre al minimo i contatti tra la persone e velocizzare i tempi delle pratiche Leggi l'articolo completo su
Il Mattino