MOSCA - Anche la Corte suprema russa ha detto di «no» ad Aleksej Navalnyj: il blogger moscovita non può presentarsi come candidato alle presidenziali del 18...
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Le composite opposizioni russe si trovano adesso senza un vero proprio candidato in lizza. Il verdetto della Corte suprema federale mette la parola «fine» alle speranze presidenziali di Aleksej Navalnyj, che ha invitato i propri sostenitori a «boicottare» il voto di marzo e a scendere in piazza in tutto il Paese dopo le feste di fine anno, domenica 28 gennaio. Negli ultimi due anni le manifestazioni del suo Fondo per la lotta alla corruzione sono diventate molto popolari tanto che migliaia di persone vi hanno partecipato in decine di città nell'immenso gigante slavo.
L'opinione diffusa degli osservatori politici è che il Cremlino non abbia voluto trovarsi tra i piedi un candidato indigesto, pronto ad attaccare a testa bassa e a scoperchiare vicende imbarazzanti per il potere. Meglio gestire una campagna elettorale noiosa con concorrenti dalla bassa presa sulla popolazione. Bisognerà pertanto prepararsi a tre mesi in cui a fare notizia saranno le esternazioni di Ksenija Sobchak, la star televisiva, che ieri ha denunciato alla Commissione elettorale un filmato di «Russia Unita», il partito del Cremlino, in cui una bambina piccola chiede a Babbo Natale che Vladimir Vladimirovich resti presidente.
Stando ai sondaggi, il vero nodo delle consultazioni di marzo sarà l'alto tasso di astensionismo. «Fino al 18 marzo ha scritto Aleksej Navalnyj - loro cercheranno di risolvere il problema dell'affluenza alle urne Recarvisi adesso significa risolvere i problemi di Putin. Ossia trasformare il proprio reincarico in un qualcosa di simile alle elezioni». Il capo del Cremlino uscente si tiene accuratamente lontano da qualsiasi polemica interna e prosegue ad espletare le sue funzioni istituzionali. Le agenzie di stampa federali ieri non hanno fatto così altro che evidenziare i tanti messaggi augurali spediti da Vladimir Putin a Papa Francesco, al presidente francese Macron «ti aspetto qui», al collega turco Erdogan con cui sono state rilanciate le relazioni bilaterali, alla regina Elisabetta II. A Donald Trump è stato invece recapitato l'invito ad un «dialogo costruttivo» utile per rafforzare la stabilità strategica nel mondo e per trovare risposte ottimali alle attuali minacce e sfide globali. Insomma a Washington i russi chiedono «pragmatismo».
Sulla stampa federale allineata è iniziata contemporaneamente la corsa ad indovinare cosa dirà Vladimir Putin nel suo tradizionale messaggio di Capodanno, pochi minuti prima che l'orologio del Cremlino segnerà la mezzanotte. Il 2018 sarà un anno importante per il Paese: prima le presidenziali poi il campionato Fifa di calcio in giugno-luglio. La Russia sarà sotto gli occhi del mondo e nessuno vuole fare brutta figura. Arrivarci preparati è un imperativo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino