Cyberspionaggio, Alfano: «Aggredita la libertà e la privacy»

Cyberspionaggio, Alfano: «Aggredita la libertà e la privacy»
Un'aggressione alla libertà e alla privacy. È il ministro degli Esteri Angelino Alfano a sintetizzare le preoccupazioni che per tutto il giorno hanno tenuto...

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Un'aggressione alla libertà e alla privacy. È il ministro degli Esteri Angelino Alfano a sintetizzare le preoccupazioni che per tutto il giorno hanno tenuto banco nel dibattito politico in cui l'inchiesta sul cyberspionaggio ha occupato un posto di rilievo. A finire nella lista degli 'spiati' non solo i siti delle Istituzioni, i vertici della guardia di finanza, ma anche uomini politici (il leader del Pd Renzi, l'ex ministro della Difesa La Russa e l'ex portavoce del Cavaliere Paolo Bonaiuti) e esponenti di spicco del mondo finanziario come il governatore della Bce Mario Draghi e l'ex titolare del Tesoro Fabrizio Saccomanni.


Una lista che ha scatenato le polemiche sul sistema sicurezza e la preoccupazione per la violazione di account come quello della Camera e di palazzo Madama e di diversi Ministeri. E se non è mancato il plauso per le azioni condotte da magistratura e polizia postale volte a smantellare una vera e propria centrale di spionaggio, il mondo politico si interroga sulle contromisure da adottare. È proprio il titolare della Farnesina ad offrire una prima soluzione che prevedere «una cooperazione tra le polizie soprattutto europee per combattere un fenomeno non proprio nuovo, ma che ora si manifesta in forme più moderne». Chi non commenta ufficialmente la vicenda è l'ex premier Matteo Renzi, uno dei nomi che figura nella lista delle persone spiate. Ma chi ha avuto modo di sentirlo oggi traduce il suo pensiero con la necessità che l'azione degli inquirenti vada fino in fondo. Ovviamente - è il ragionamento - c'è molta preoccupazione per le altre cariche dello Stato oggetto di spionaggio. Senza elementi precisi sulla vicenda, spiegano invece gli uomini vicini all'ex presidente del Consiglio Mario Monti (anche lui tra i nomi tenuti sotto controllo), non ha senso commentare. Chi parla di rischio per la sicurezza nazionale è Angelo Tofalo, deputato M5s e componente del Copasir «seguirò ed attenderò con non poca apprensione lo sviluppo e l'esito delle indagini. Per ora - scrive sulla sua pagina facebook - abbiamo già chiesto che il Copasir segua tutta la vicenda nei dettagli e venga costantemente aggiornato. In gioco c'è la sicurezza della nostra Repubblica». «Siamo molto preoccupati che altissime cariche dello Stato, come l'allora premier Renzi e il governatore Mario Draghi siano state oggetto di spionaggio. Confidiamo che l'azione degli inquirenti vada fino in fondo nella verifica di quanto accaduto e nell'utilizzo delle informazioni oggetto di dossieraggio», rincara Ettore Rosato, il capogruppo del Pd alla Camera. L'ex ministro delle Difesa Ignazio La Russa prova a fare una distinzione tra lo spionaggio fatto a danno delle Istituzioni e la trasparenza che invece deve avere un parlamentare: «Si devono preoccupare le Istituzioni perchè è grave che siano intercettate. A me come deputato la cosa non angoscia anche perchè credo che un parlamentare debba essere trasparente, se me lo avessero chiesto gli avrei dato tutto gratis», una disponibilità che però precisa il deputato di Fratelli D'Italia deve avere precisi paletti: «Mi dispiacerebbe però se avessero spiato la mia vita privata entrando negli account di mia moglie o dei miei figli come avveniva nella Germania dell'Est ai tempi del comunismo descritto molto bene nel film 'Le vite degli altrì». Cita il famoso film tedesco vincitore anche di un premio Oscar anche la deputata di Forza Italia Michela Brambilla, unica donna nell'elenco dei politici spiati, «le vite degli altri» parafrasando il titolo della pellicola cinematografica - spiega - devono restare degli altri. Io sono consapevole delle limitazioni che la privacy di un personaggio pubblico deve subire, ma vi sono confini insuperabili e diritti garantiti ai tutti i cittadini che non si possono violare«.
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Il Mattino