Perdita della vista, patologie renali, tumori, ma anche un costo sociale che è maggiore rispetto a quello provocato dal tabacco e dall'alcool, messi insieme. È...
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«Affrontare l'obesità con una terapia multidisciplinare - ha spiegato Forestieri - significa seguire i pazienti dal punto di vista metabolico, dietologico e chirurgico, perché non dobbiamo dimenticare che l'obesità è una malattia gravissima che porta a patologie malattie che mettono a rischio funzioni vitali. In più l'obesità comporta un elevatissimo costo sociale. Oggi investire in centri anti-obesità vuol dire programmare un risparmio di spese che presto non saranno più sostenibili. In Gran Bretagna vengono eseguiti 50.000 interventi di chirurgia per eliminare l'obesità, altrimenti il costo sociale della malattia sarà insostenibile tra 20 anni per il sistema sanitario inglese. Da noi, in Italia vengono eseguiti solo 5.000 interventi l'anno». Tra le malattie a cui porta l'obesità c'è ovviamente anche il diabete, la cui cura comporta un costo elevatissimo a carico del servizio sanitario nazionale.
«La definizione – ha detto Gaetano Piccinocchi, vice presidente della Simg (Società Italiana Medici Generici) Campania - di un percorso con le istituzioni campane è un passaggio fondamentale per migliorare la pratica clinica per l'obesità i pazienti ne trarrebbero benefici in tutte le fasi della cura: dalla prevenzione alle strategie terapeutiche, fino alla riabilitazione. I medici potrebbero nettamente migliorare la gestione della patologia e del paziente. E le istituzioni regionali dare delle risposte efficaci ad un problema di salute pubblica, come dimostrano i numeri, e alle tante istanze che provengono dal territorio. Malgrado la presenza di strutture sanitarie di alto livello scientifico dotate di grande professionalità, in Campania l’incidenza della mobilità ospedaliera interregionale per l’obesità è particolarmente elevata. È un altro segnale che mette in luce la necessità di prevedere degli strumenti integrati di cura più efficaci per la presa in carico e gestione del paziente obeso».
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Il Mattino