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Non si danno pace. Portano mazzi di fiori, scrivono bigliettini, li sistemano ai piedi di un albero proprio di fronte al luogo dell’incidente, dopo avere vegliato per buona parte della notte. Si abbracciano e piangono, tutti circondano Livia, la fidanzatina di Dennis. L’abbracciano di un amore grande e intenso perché, spiegano gli amici e le amiche di Dennis Di Tuccio e Riccardo Marchese, i due diciottenni morti in motorino all’alba di sabato sulla Circonvallazione Ostiense, alla Garbatella, «siamo cresciuti tutti insieme e anche Riccardo e Dennis erano inseparabili, fino alla morte. Ma adesso vogliamo sapere la verità».
Oggi la Procura conferirà l’incarico per l’autopsia sui corpi dei due ragazzi, mentre gli agenti della Polizia locale del Gruppo Tintoretto visioneranno le immagini riprese dalle telecamere semaforiche e dei due distributori di benzina che si trovano nelle immediate vicinanze dell’incrocio con piazza Biffi, dove è avvenuto l’impatto con il camion frigo guidato da un romano di 41 anni: Riccardo alla guida del Sh se lo è trovato davanti, in mezzo alla carreggiata, come fosse un muro. L’autotrasportatore non aveva bevuto, né aveva assunto droghe.
LE TESTIMONIANZE
Secondo alcuni testimoni sarebbe passato con il rosso, oppure avrebbe intrapreso la manovra per immettersi sulla Circonvallazione in direzione della via Cristoforo Colombo quando ancora era permesso ma, indugiando per la difficoltà della manovra, si sarebbe ritrovato per commettere l’infrazione. «Da quel che abbiamo potuto ricostruire finora - afferma il papà di uno dei ragazzi - sembrerebbe che ci fosse un altro camion in sosta dove è il benzinaio dell’Agip a coprire la visuale e che altri veicoli fossero in prossimità dell’incrocio restringendo lo spazio di manovra».
LA LETTERA
Gli amici di Dennis e Riccardo hanno i volti bagnati dalle lacrime, ci sono i compagni di scuola della “Pirandello” e la comitiva di piazza Bologna, non lontano da dove abitavano: «Troppo crudele il destino, nemmeno uno dei due ha risparmiato». Sul tronco dell’albero accanto a tre rose rosse e a un piccolo Babbo Natale la comitiva ha lasciato una lettera: «Ciao marchesino amore nostro, vola in alto, continueremo a vivere come ci hai insegnato tu, con tutta la tua follia e felicità». Francesco posa a terra girasoli e garofani cinti da una fascia con su scritto: «Ho un ossessione per gli aquiloni, odio vederli volare via». Racconta che sabato pomeriggio avrebbe dovuto vedersi con Dennis a casa sua e «invece, quella maledetta notizia mi è arrivata addosso come un pugno allo stomaco». Pensava di rivederlo insieme ai suoi quattro fratelli e le due sorelle. «Una famiglia numerosa come la mia - dice - lui era buono come il pane, tempo fa avevo chiuso una relazione durata anni e lui non mi ha lasciato da solo per un attimo. C’era sempre e per tutti. Adorava giocare a calcetto, organizzava le partite. Non posso pensare che non lo rivederemo più». Sulle strisce pedonali campeggia la scritta: «Dennis e Riccardo vivono per sempre». Ma è difficile immaginare il futuro senza di loro. Per le loro famiglie il Natale più triste.
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Il Mattino