Ha chiamato la polizia per denunciare le violenze del marito, ma era lei che picchiava il coniuge innamorato e lo maltrattava davanti ai figli piccoli. Gli Agenti della Squadra...
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Spia il marito on line per un anno e scopre il tradimento, ma tutto le si ritorce contro
Picchia la moglie con una spigola, marito violento arrestato a Tarquinia
Man mano che l'indagine andava avanti si delineava un contesto sempre più inquietante, caratterizzato da continui comportamenti violenti posti in essere dalla donna contro il marito e spesso indirizzati anche contro i loro quattro figli, tre dei quali minori, il più piccolo appena undicenne. L'uomo veniva sottoposto a continue vessazioni, insultato con espressioni volgari dirette ad umiliarlo, sottoposto a minacce e più volte picchiato dalla donna così come evidenziato dalle numerose cicatrici che lo stesso aveva su petto, braccia e collo, causate dalle unghie della moglie. Anche i figli sono stati picchiati con calci, schiaffi e graffi, bastoni e cinture in pelle. I piccoli venivano inoltre costretti ad assistere sistematicamente alle condotte di maltrattamento cui il padre era sottoposto.
Non paga della situazione la donna si era più volte presentata al Pronto Soccorso, riferendo di essere stata malmenata dal marito, il quale, tra l'altro, veniva dalla stessa più volte minacciato che qualora non le avesse consegnato parte dello stipendio lo avrebbe denunciato e fatto arrestare. Lo scorso aprile infatti la donna si è recata in Questura e ha presentato denuncia per maltrattamenti contro il marito, replicando l'atto appena qualche settimana dopo, quando, venti giorni fa, si è nuovamente presentata in Questura formalizzando una seconda querela contro il marito: denunce per le quali alla donna, all'atto dell'esecuzione della misura cautelare a suo carico, è stato contestato, oltre al reato di maltrattamenti in famiglia, anche il reato di calunnia.
Calunnia nei confronti di un uomo, ritenuto totalmente attendibile dalla Procura e dal Gip, in quanto nei confronti della moglie non ha mai presentato querela e, quando è stato invitato a farlo dal personale della Squadra Mobile, ha rifiutato dicendo di essere innamorato della moglie e che il suo unico desiderio era quello di trascorrere con lei e i suoi figli una vita serena. Desiderio che lo ha portato anche ad allontanarsi spontaneamente dall'abitazione coniugale, pur continuando ad assistere i figli e a mantenere la moglie, al fine di riportare alla serenità la sua famiglia, rifiutando sempre di farsi refertare dai medici ogni qualvolta veniva aggredito dalla moglie, comportamento opposto a quello sistematicamente tenuto dalla moglie.
Ora la donna non potrà più far rientro nell'abitazione familiare, se non con apposita autorizzazione del Giudice e, qualora non rispetti le prescrizioni imposte dal Tribunale, la misura cautelare potrà essere sostituita con una ben più grave, ivi compresa quella della custodia cautelare in carcere. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino