Sembra incredibile, quasi uno scherzo, ma è tutto vero: Salia Yusif, il ghanese 33enne che è in carcere, accusato dello stupro di Desiree Mariottini, ha...
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Leggi anche > Desireé, la perizia sul Dna incastra i tre aguzzini: "Droga e abusi sessuali"
Sono le parole che usa Yusif a mettere i brividi: «Se la ragazza quel giorno fosse stata in casa con i famigliari, io Salia Yusif non sarei in carcere», ha detto. Parole messe nere su bianco, sottolinea il quotidiano Il Messaggero, nella sua denuncia contro i genitori di Desiree: un atto deposto durante l’incidente probatorio che ha il sapore dell’assurdo per i genitori della ragazza, già duramente provati dal peso di aver perso una figlia adolescente.
Desiree quel giorno restò per ore in balia dei suoi aguzzini - tra cui Salia Yusif - prima di morire, dopo essere stata violentata in gruppo.
Insieme a Yusif altri tre uomini sono accusati di abusi sessuali su minore e omicidio volontario aggravato, e sono Mamadou Gara detto Paco, Brian Minteh e Alinno Chima. La denuncia contro i genitori è stato un vero e proprio colpo di teatro durante l'incidente probatorio, scrive Il Messaggero: la giornata era iniziata con gli striscioni e i manifesti per Desiree fuori dal Tribunale di Roma. Secondo i pm la sedicenne fu uccisa «usandole violenza mediante costrizione delle braccia e delle gambe»: e le parole del ghanese, se ce ne fosse bisogno, spezzano il cuore della sua famiglia. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino