Virata pro-euro e fermezza sulla volontà di mettere in campo i candidati esterni per gli uninominali: Luigi Di Maio dà un'ulteriore impronta alla sua campagna...
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«Non credo sia il momento di uscirne, anche perché l'asse franco-tedesco non è più così forte. Il referendum sull'euro è un'extrema ratio che spero non ci sia», sottolinea da Porta a Porta. Svolta che apre alle reazioni del Pd: «è l'ennesima giravolta». Il capo politico del M5S apre la «rassegna» dei leader nel salotto di Vespa proprio nelle ore in cui il Movimento, a partire da Roberto Fico, attacca il programma per la presenza dei politici durante la campagna. E da Porta a Porta Di Maio dà un messaggio chiaro a chi, tra attivisti e parlamentari, non guarda di buon occhio la strategia per le candidature. I volti esterni «ci rafforzano», per gli uninominali «individueremo le persone sul territorio capaci di fronteggiare gli avversari», spiega Di Maio invitando, una volta ancora, «le migliori menti» a correre con il M5S. Gli esterni che in questi giorni stanno scendendo in campo, invece, faranno le parlamentarie. «Li ringrazio perché si sono »messi in gioco«, spiega Di Maio sottolineando come, nel »nuovo M5S«, Davide Casaleggio non entri nelle decisioni politiche.
E difendendo invece il peso del suo ruolo sulle candidature, considerato da qualcuno eccessivo: »i miei poteri sono legati alla volontà di tutelare il M5S dagli approfittatori«.
«Con noi al governo nessuno, né single né famiglia, resterà sotto la soglia di povertà«, assicura Di Maio rilanciando anche la volontà di sforare il tetto del 3% per fare »investimenti ad alto deficit«. Sull'euro, invece, il M5S depone le armi anche perché, è la convinzione di Di Maio, l'Italia avrà più spazio »per contare in Ue«. Ma la virata del leader finisce nel mirino del Pd. »Una straordinaria giravolta«, sottolinea Maurizio Martina mentre Benedetto Della vedova di +Europa attacca: »è una banderuola che gioca con il Paese«. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino