«Renzi la smetta di provocare i cittadini italiani con queste balle! Altrimenti prima o poi se li ritroverà con i forconi sotto Palazzo Chigi»....
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«Se davvero, come afferma il presidente del Consiglio, "da quando siamo al Governo lavoriamo per ridurre le tasse" si può dire che fino ad ora l'operazione non è pervenuta e i portafogli degli italiani ne sanno qualcosa. Non comprendiamo di quale abbassamento delle tasse parli Renzi, a meno che non si riferisca alla lievissima flessione delle imposte dirette, che restano comunque al di sopra del 43%. Si è però dimenticato di dire che, nel frattempo, quelle indirette continuano a crescere. In buona sostanza, un cittadino che paghi le tasse ancora adesso cede una percentuale vicina al 50% delle sue entrate». Così i parlamentari M5S di Camera e Senato. «Gli italiani sono assolutamente disposti a pagare il giusto, ma imposte di queste proporzioni sono inaccettabili, soprattutto quando poi i cittadini si scontrano con servizi che continuano a non funzionare. Per non parlare dell'abbaglio che prende il presidente del Consiglio quando afferma che nell'ambito dell'operazione di riduzione delle tasse rientrerebbero anche gli 80 euro il JobsAct. Gli effetti complessivi della prima misura, che è stata agli occhi di tutti un'operazione-mancia elettorale, sono stati impercettibili e di essi ha beneficiato solo una parte minoritaria dei contribuenti. Il JobsAct, invece, magari avrà fatto felici le imprese, ma quando si sono esauriti gli incentivi sono crollate anche le assunzioni, a dimostrazione del fatto che a Palazzo Chigi l'obiettivo non sono operazioni strutturali che traccino una visione di medio-lungo termine del Paese».
«Con queste sparate - concludono i parlmentari grillini - Renzi continua a fare campagna personale per il referendum, ma senza parlare di referendum. Ancora una volta cerca di prendere gli italiani 'per la golà e già fa capire di voler di usare, ancora una volta, la legge di Bilancio a fini di propaganda ed elettorali. Esattamente ciò che non serve all'Italia per ripartire».
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Il Mattino