Sindacati sul piede di guerra, più compatti che mai. Dichiarano guerra al Comune «per l’insufficiente piano occupazione che la giunta sta mettendo a...
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La commissione di garanzia ha dato l’ok: ieri è arrivata l’ufficialità con una lettera indirizzata al prefetto Alessandro Marangoni. Ad aderire all’agitazione i vigili, gli operatori dell’anagrafe, i custodi di musei e cimiteri, gli insegnanti. Si annunciano forti disagi il 3 febbraio, perché non saranno assicurati i servizi pubblici: lo sciopero è previsto per le prime quattro ore di servizio; per i turnisti sono le ultime quattro, mentre gli educatori di asili e materne incroceranno le braccia per l’intera giornata. Una presa di posizione così dura non si ricorda da vent’anni, con le sigle sindacali coese: Cgil, Cisl, Uil. Rru, Usb, Cobas.
Invocano «un incontro urgente con sindaco e assessore alle Politiche del lavoro Cristina Tajani», mentre diserteranno quello convocato nelle prossime ore con il direttore generale di Palazzo Marino Arabella Caporello. Lo strappo fra Comune e sindacati era nell’aria da novembre. A dicembre una delegazione aveva fatto irruzione in Consiglio comunale, bloccandone i lavori. Poi, i tentativi di conciliazioni, che sono falliti. Fumata nera anche lo scorso 12 dicembre dopo l’incontro in Prefettura, stabilito dalla legge tra le parti in causa. Ora è guerra aperta. Le proteste riguardano il piano delle assunzioni: la giunta Sala avrebbe stabilito l’assunzione di 298 persone, contro le 348 cessazioni di contratti. Ma è soprattutto la decisione di fare nuovi bandi per assumere figure professionali esterne a non piacere. «Oltre ai rapporti sindacali praticamente inesistenti», attacca Tatiana Cazzaniga della Cgil. L’unico che a questo punto potrebbe smorzare gli animi è il sindaco Sala. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino