Disturbi specifici dell'apprendimento, il ruolo cruciale della scuola: «Un buon insegnante può fare la differenza»

«Possono davvero fare la differenza parlando con il ragazzo e capendo di cosa ha bisogno. Così si possono raggiungere ottimi risultati»

Disturbi specifici dell'apprendimento, il ruolo della scuola
La scuola in Italia ha un valore formativo non solo per quanto riguarda le competenze fondamentali dello studente ma anche sulla sua capacità di stare al mondo e di...

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La scuola in Italia ha un valore formativo non solo per quanto riguarda le competenze fondamentali dello studente ma anche sulla sua capacità di stare al mondo e di comprendere il suo posto all'interno della società. Nonostante l'obiettivo principale sia mettere tutti gli studenti sullo stesso piano dandogli la possibilità di imparare e sviluppare le proprie capacità allo stesso modo, ci sono casi particolari in cui questo diritto inviolabile sembra mancare. Gli studenti con disturbi specifici dell'apprendimento molto spesso si trovano in difficoltà in contesti scolastici a causa del modo in cui l'istituzione, a volte, sembra non dare particolare importanza alla loro caratteristica. Nel corso degli anni, l'Associazione Italiana Dislessia ha lavorato (e lavora) ampiamente per realizzare progetti capaci di sensibilizzare i più giovani riguardo i disturbi specifici dell'apprendimento.

Uno dei più recenti è My Story un'idea che nasce dalla voglia di dare voce ai ragazzi e alle ragazze con DSA. Dal 2013 i volontari del gruppo giovani AID girano il paese per condividere esperienze sulla dislessia con genitori, docenti e con coetanei. Le storie personali raccontate da ragazze e ragazzi  hanno un forte impatto emotivo e offrono spunti di riflessione non solo a chi li vive in prima persona, ma anche a tutti coloro che hanno persone vicine con DSA. L'obiettivo principale dell'intero progetto diventa quello di promuovere l'informazione e la sensibilizzazione sul tema dei disturbi specifici dell'apprendimento. Questo tipo di discorso, ovviamente, dovrebbe aiutare non solo i soggetti coinvolti e le persone che sono interessate ma anche le istituzioni. Abbiamo parlato con Martina Mercialis Vice Coordinatrice e responsabile social gruppo giovani AID che ha spiegato quanto la scuola abbia un ruolo importantissimo in questa complessa equazione.

«E' importantissimo seguire la legge 170. Riesce a dare tantissimi imput» spiega Martina. «Nella scuola dell'obbligo deve essere redatto il piano didattico personalizzato. E' un piano che viene concordato tra scuola e famiglia e, a seconda delle caratteristiche del ragazzo, si decide di adottare determinati strumenti compensativi dispensativi per diterminate materie». Questo tipo di supporto è riconducibile all'utilizzo di computer, sintesi vocale, tastiere per scrivere, correttore ortografico, calcolatrice manuale o vocale in modo da mettere in evidenza l'errore e fare in modo che lo studente riesca a comprenderlo e ad affrontarlo. «Oltre questo ci sono anche le mappe concettuali, la possibilità di dividere il compito in più parti, avere il 30% del tempo in più o traslare una prova scritta in orale». Il modo migliore per affrontare una situazione di questo tipo è sicuramente l'aiuto di un buon insegnante capace di essere aperto ad aiutare e a comprendere le difficoltà dello studente. «Possono davvero fare la differenza parlando con il ragazzo e capendo di cosa ha bisogno. Così si possono raggiungere ottimi risultati» spiega.

La scuola diventa cruciale anche nel riconoscimento dei disturbi specifici dell'apprendimento. Molto spesso, infatti, i primi segnali arrivano durante i primi anni di scuola elementare, in particolare nel corso del terzo anno nel quale la lettura dovrebbe diventare più fluida e meccanica. «Il procedimento di lettura non è più attentivo ma diventa un automatismo (...) In mezzo alla classe si possono trovare dei ragazzi svogliati, a cui non piace leggere e che ha un atteggiamento quasi scontroso e che quando lo si mette a leggere lo fa lentamente e con fatica. Vediamo errori anche nella  comprensione del testo. In quel caso deve suonare un campanello d'allarme perchè potrebbe essere un ragazzino o un bambino con DSA».

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Il Mattino