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Un atto unico per accorpare la fase della separazione e quella del divorzio. Da domani parte la riforma del processo civile, pensata per accelerare i tempi di trattazione delle cause e per ridurre la mole dell’arretrato: step fondamentali per rispettare gli obblighi assunti dall’Italia verso la Ue con il Pnrr. Si va dall’istituzione del Tribunale per la famiglia ed i minori alle maggiori tutele per le vittime di violenza, e si punta a velocizzare i processi grazie alla semplificazione dei procedimenti e all’introduzione di sostegni fiscali per incentivare il ricorso agli strumenti alternativi per la risoluzione delle controversie.
Una delle novità più grandi riguarda, appunto, la fine dei matrimoni: sarà possibile presentare con un unico atto la richiesta di separazione e di divorzio. La domanda dovrà essere depositata con un ricorso e il richiedente dovrà dimostrare subito al giudice i mezzi di prova in suo possesso e i documenti che illustrano la propria condizione patrimoniale. Dovrà avvenire quindi immediatamente la presentazione della dichiarazione dei redditi degli ultimi tre anni, dell’elenco dei beni di proprietà e delle quote societarie, ma anche degli estratti conto dei rapporti bancari e finanziari. In caso di omissioni, chi attesta il falso - magari ritoccando redditi e nascondendo guadagni per risparmiare sull’assegno - rischierà la condanna al pagamento delle spese legali e anche ai danni in favore del coniuge.
LA DECISIONE
Il governo Meloni ha deciso di anticipare la riforma del diritto di famiglia dell’ex ministro della Giustizia, Marta Cartabia: la data inizialmente prevista per l’entrata in vigore era il 30 giugno 2023. Tra le novità più rilevanti, oltre al procedimento unico, c’è anche l’accorciamento dei tempi procedurali a circa 8 mesi, con un’attesa di massima di 90 giorni per la fissazione della prima udienza.
TRIBUNALE SPECIALIZZATO
Entro ottobre 2024 ci sarà un altro cambiamento importante, con l’introduzione di un giudice specializzato: dovrà essere istituito il tribunale «per le persone, per i minorenni e per le famiglie», che si occuperà di tutte le materie che adesso sono divise fra tribunale ordinario, tribunale per i minorenni e giudice tutelare.
Fino ad ora veniva fissata un’udienza di comparizione davanti al presidente del tribunale per il tentativo di conciliazione e, in caso negativo, il caso passava al giudice istruttore. Con il nuovo rito, invece, il presidente dovrà fissare la data dell’udienza di comparizione direttamente davanti al collegio o al giudice delegato. La conciliazione verrà tentata alla prima udienza. In caso di maltrattamenti e abusi, i tempi saranno più veloci.
TUTTO PER ISCRITTO
Non c’è più la regola dell’oralità del processo. Prima che si arrivi davanti al tribunale, c’è un triplice scambio di memorie: la prima deve essere depositata almeno 40 giorni prima dalla data dell’udienza di comparizione, la seconda almeno 20 giorni prima, la terza almeno 10 giorni prima. Le memorie erano già previste dal vecchio rito, ma il deposito avveniva dopo la prima udienza di comparizione.
L’APPELLO
Il contenuto dell’atto di appello è stato modificato: vengono preferite forme più spedite di decisione. Il nuovo atto di appello deve essere motivato e - si legge nel testo - deve indicare «in modo chiaro, sintetico e specifico» il capo della decisione di primo grado che viene impugnato, le censure proposte alla ricostruzione dei fatti compiuta dal giudice di primo grado, le violazioni di legge denunciate.
LA CASSAZIONE
Procedimento accelerato per la definizione dei ricorsi inammissibili, improcedibili o manifestamente infondati. Se per il giudice filtro ravvisa una di queste condizioni lo comunica alle parti, dando loro la possibilità di optare per la richiesta di una camera di consiglio, oppure per la rinuncia. Per quanto riguarda il ricorso, deve contenere la chiara ed essenziale esposizione dei fatti della causa e la chiara e sintetica esposizione dei motivi.
LA MEDIAZIONE
Viene potenziato l’istituto della mediazione, sia con incentivi fiscali che con l’estensione dell’area della mediazione obbligatoria. La negoziazione assistita, invece, viene estesa anche alle controversie di lavoro. È prevista un’altra novità: un’istruttoria stragiudiziale con acquisizione di dichiarazioni di terzi su fatti rilevanti in relazione all’oggetto della controversia.
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Il Mattino