Il gip di Milano Luigi Gargiulo ha disposto l'imputazione coatta per Marco Cappato, l'esponente dei Radicali che ha accompagnato in Svizzera il dj Fabo per la pratica del...
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I pm Tiziana Siciliano e Sara Arduini, titolari delle indagini, lo scorso maggio hanno chiesto al gip Gargiulo l'archiviazione per Cappato, ritenendo che l'esponente dei Radicali, nell'aver accompagnato dj Fabo nella clinica vicino a Zurigo, dove ha praticato il suicidio assistito, non ha commesso reati ma ha aiutato una persona ad esercitare il diritto individuale e cioè il diritto alla dignità e, quindi, all'autodeterminazione che, in questo caso, prevale sul diritto alla vita.
Inoltre i pm nella loro istanza di archiviazione hanno proposto di interpellare la Consulta sulla compatibilità della norma «con i principi fondamentali di dignità della persona umana e di libertà dell'individuo, garantiti tanto dalla Costituzione italiana quanto dalla convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali».
Il giudice però, invece di decidere sull'istanza inoltrata dalla Procura, ha convocato le parti per giovedì scorso, giorno in cui sia accusa che difesa hanno di nuovo proposto la richiesta di archiviazione e in alternativa di eccepire l'illegittimità dell' articolo 580 del codice penale che riguarda l'istigazione o l' aiuto al suicidio, reato di cui risponde Cappato.
«Il processo sarà un'occasione per processare una legge sbagliata dell'era fascista», ha detto Cappato, commentando la decisione del Gip. «Esprimo tutto il mio rispetto per la scelta del Giudice per le indagini preliminari», ha aggiunto. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino