L'intesa sulla 'Fine del conflitto', il cessate il fuoco bilaterale e sul disarmo dei ribelli era stata sancita il 23 giugno dalla stretta di mano fra il presidente...
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"Si avvicina il giorno...Andiamo verso La Pace", il messaggio pubblicato in Twitter dall'Ufficio dell'Alto Comisionado de Paz, a corredo di una foto che mostra i negoziatori delle due parti con sorrisi di soddisfazione. Una nota simile a quella 'cinguettata' della Farc - "Il giorno si avvicina!" - all'hashtag #VamosPorLaPaz, dove lo stesso Rodrigo Londoño, alias 'Timochenko', il massimo rappresentante delle Farc ha annotato: "Siamo alle porte di importanti annunci che ci avvicinano all'accordo finale #VamosPorLaPaz".
Cominciata nel novembre 2012, la trattativa ha avuto un impulso decisivo nell'ultima settimana, con la definizione della questione dell'amnistia ai guerriglieri, della loro futura partecipazione alla politica e il ritorno alla vita civile. Secondo fonti vicine ai colloqui, citate dal quotidiano El Tiempo, i negoziatori delle Farc, che inizialmente esigevano un'amnistia generale e senza condizioni, hanno alla fine accettato che i resti più gravi, perseguiti dalla giurisdizione internazionale, non siano condonati. Da parte loro le Farc dovranno portare l'accordo finale in un congresso interno, la Decima Conferenza, che dovrà dare il via libera e sancire l'impegno delle basi a rinunciare definitivamente alla lotta armata e a convertirsi in un partito politico.
In una lunga intervista allo scrittore colombiano Juan Gabriel Vazquez, il responsabile del governo di Uribe per i negoziati, Humberto de la Calle, assicura che "per la prima volta nella storia" i responsabili di crimini internazionali dovranno rispondere, non davanti a tribunali ad hoc nominati da organismi internazionali, ma davanti alla giustizia di transizione colombiana, "sempre e quando rispondano anche gli agenti dello Stato e i terzi", in altre parole i rappresentanti delle Forze armate. Gli accordi includono processi di riparazione delle vittime davanti al Tribunal Especial de Paz, e la loro riparazione materiale e patrimoniale; una riforma agraria integrale "per risolvere le cause storiche del conflitto" e favorire l'accesso alla terra delle popolazioni contadine escluse dai latifondisti; una soluzione al problema delle droghe, delle piantagioni e produzioni illegali di stupefacenti delle quali la Colombia è fra i maggiori produttori globali; la possibilità per le Farc di costituirsi in partito politico per partecipare alla normalizzazione democratica; garanzie di sicurezza e lotta contro organizzazioni criminali responsabili di omicidi e massacri o che attentino contro i difensori dei diritti umani, movimenti sociali o politici; oltre a un protocollo per il cessate il fuoco bilterale e definitivo con la consegna delle armi.
Secondo molti osservatori, benché la maggioranza della popolazione colombiana sia a favore dell'accordo di pace, il processo più complesso inizierà proprio dopo la ratifica degli accordi di pace, al quale si oppongono 'falchi' di destra, come l'ex presidente Alvaro Uribe, liberale, con un ampio seguito in Parlamento, per il quale l'attuale governo dell'ex ministro di Difesa del suo gabinetto garantisce "piena impunità alle Farc".
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Il Mattino