Draghi, Macron e Scholz a Kiev: un viaggio per equilibrare il peso degli Usa in Ucraina

Draghi, Macron e Scholz a Kiev: un viaggio per equilibrare il peso degli Usa in Ucraina
Da settimane le diplomazie italiane, francesi e tedesche stanno lavorando per organizzare il viaggio di domani a Kiev dei tre premier Mario Draghi, Emmanuel Macron e Olaf Scholz....

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Da settimane le diplomazie italiane, francesi e tedesche stanno lavorando per organizzare il viaggio di domani a Kiev dei tre premier Mario Draghi, Emmanuel Macron e Olaf Scholz. Il senso ultimo della missione è chiarissimo: i tre principali paesi dell'Europa vogliono mostrare con chiarezza il loro appoggio all'Ucraina ma anche iniziare a creare le condizioni per un cessate il fuoco e comunque discutere con il presidente Zelensky le richieste dell'Ucraina per il raggiungimento di una pace effettiva con la Russia di Putin. Sullo sfondo si può notare il desiderio dei tre premier di riequilibrare in qualche modo il grande peso eseercitato dagli Stati Uniti sulla crisi fra Russia e Ucraina.

 

La guerra del grano

Draghi poi è stato molto attivo sul fronte della "guerra del grano". E' appena stato in Israele e a luglio sarà in Turchia. Con questi due Paesi intende favorire l'apertura di un corridoio navale che consenta di svuotare i granai dei porti di Osessa e di permettere all'Ucraina di rifornire i paesi africani e quelli europei cui garantisce da sempre milioni di tonnellate di cereali, grano in particolare per i paesi arabi e mais per l'Europa.

 

Il viaggio a Kiev

Il viaggio a Kiev dovrebbe essere breve (la stampa tedesca parla di sei ore) ma molto denso. I tre premier europei si attendono da Zelensky nuove richieste di armi pesanti cui per la verità stanno rispondendo sia pure con qualche incertezza. In Ucraina operano gli eccellenti obici Caesar fabbricati in Francia, gli Fh70 italiani, e stanno per arrivare blindati antiaerei tedeschi. E' probabile che si discuterà anche dell'ingresso dell'Ucraina nell'Unione Europea. Dossier sul quale l'Italia è più aperta della Germania e della Francia. Ma domani non sarà il giorno della sottolineatura delle divisioni quanto quello dell'affermazione della compattezza europea. Un dato non scontato.

 

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Il Mattino