Elettra Marconi al Cnr ricorda il papà inventore della radio

Elettra Marconi al Cnr ricorda il papà inventore della radio
La Biblioteca centrale del Consiglio nazionale delle ricerche compie 90 anni. L’evento è stato festeggiato oggi alla presenza di Maria Elettra, figlia di Guglielmo...

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La Biblioteca centrale del Consiglio nazionale delle ricerche compie 90 anni. L’evento è stato festeggiato oggi alla presenza di Maria Elettra, figlia di Guglielmo Marconi, l’allora presidente al quale la Biblioteca è dedicata. Si sono così idealmente aperte le celebrazioni di un anno che può definirsi marconiano a tutti gli effetti, considerando i due prossimi anniversari che cadranno il 20 luglio, per l’80nnale della morte, e il 2 settembre, con il 90nnale della presidenza del Cnr. La Biblioteca centrale fu istituita il 24 maggio 1927, a seguito dell'attribuzione al Cnr del deposito legale delle pubblicazioni tecnico-scientifiche prodotte in Italia, tanto da ottenere il titolo di ‘Biblioteca nazionale della scienza e della tecnica’. Per celebrarla è stato organizzato un convegno cui – con il presidente del Cnr, Massimo Inguscio - hanno partecipato il direttore della Biblioteca, Alberto De Rosa, i deputati Marco Di Lello e Luigi Dallai, studiosi ed esperti. «È per me un’emozione e una gioia essere qui, insieme al presidente Inguscio, al Cnr al quale mio padre era tanto legato», ha detto Elettra Marconi. «Sono fiera di essere la figlia dell’uomo che a 21 anni aveva già inventato la radio, un uomo di intelligenza ed entusiasmo straordinari. Era impossibile fermarlo. Raccontava che gli uomini sono più difficili da comprendere rispetto alle forze della natura e ai misteri della scienza Me lo ricordo chiuso nella cabina della nave che porta il mio nome, intento nei suoi esperimenti con la radio e ogni tanto chiamava me e mia madre Cristina per farci sentire le voci dal mondo. Per noi tutto quello che ci mostrava e spiegava era magico. Potevo chiedergli qualsiasi cosa, mi rispondeva come fossi un’adulta, così come incoraggiava sempre i giovani, per i quali aveva un’autentica passione. Per questo vorrei che il palazzo che lui mi ha lasciato, a Bologna, diventasse un centro internazionale di studi scientifici per i giovani di tutto il mondo. La radio è soprattutto questo, un mezzo che consente a chi è lontano di entrare in comunicazione, creando amicizia tra persone, culture e popoli diversi».


La figura del premio Nobel come modello per i giovani è stata rievocata anche dal presidente del Cnr. «Uomo dotato di grande curiosità – ha detto Inguscio –  idee, intuito scientifico ma al tempo stesso senso pratico e spirito imprenditoriale. Marconi ha dimostrato al mondo del suo tempo e alle generazioni successive come non ci sia differenza tra la ricerca di base e quella applicativa e come ai ricercatori sia richiesta soprattutto immaginazione, fantasia, capacità di rischiare e mettersi in gioco, di avere dubbi positivi da cui poi possono scaturire scoperte affascinanti. Per questo dobbiamo investire specialmente sui giovani, che non hanno preconcetti e stratificazioni mentali e possono spaziare più liberamente nell’ignoto, sempre imparando dai progressi e lezioni del passato quali quelli, straordinari, di Marconi». Inguscio ha concluso: «Il Cnr è il degno erede del presidente che stiamo celebrando perché contribuisce a far avanzare una conoscenza senza barriere disciplinari o nazionali, per la salute delle persone e il bene della terra. Le difficoltà ci sono, oggi come ieri, lo stesso Marconi lamentava la scarsità di finanziamenti al governo dell’epoca ma dobbiamo batterci per far comprendere che i soldi dedicati alla ricerca sono investimenti e non spese. Per ogni euro che il Cnr riceve per la ricerca ne attrare 60 centesimi in più su base competitiva. Le nostre ricercatrici e ricercatori sono tra i più bravi al mondo e siamo, come Ente, al primo posto in Italia per numero di famiglie di brevetti e bandi vinti e finanziati dall’ERC-European Research Council, solo per citare alcuni risultati recenti».
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Il Mattino