Elezioni, l’Italia torna al voto: una sfida al Covid e al rischio astensione

Elezioni regionali 2020, l’Italia torna al voto una sfida al Covid e al rischio astensione
Oggi e domani 46 milioni di italiani sono chiamati alle urne per il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari e per le elezioni regionali di Valle d’Aosta,...

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Oggi e domani 46 milioni di italiani sono chiamati alle urne per il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari e per le elezioni regionali di Valle d’Aosta, Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania e Puglia. Si vota anche per oltre mille Comuni, di cui 18 capoluogo tra cui Venezia e Mantova. I seggi saranno aperti oggi dalle 7 alle 23, e domani dalle 7 alle 15. 


Saranno elezioni molto particolari, le prime dell’era Covid con alcune chiare parole d’ordine: mascherina, guanti e gel igienizzante e distanza dentro i seggi, volontari della Protezione civile fuori dalle sedi per evitare assembramenti e dare la precedenza ai soggetti deboli, come anziani e donne incinte. Ingenti i quantitativi di mascherine distribuiti per tutelare chi si reca al voto, i componenti del seggio elettorale e gli operatori coinvolti: 15,1 milioni di mascherine chirurgiche, 3,4 milioni di guanti e 315.000 litri di gel igienizzante. Il timore, soprattutto per il referendum, è una forte astensione per paura del contagio.
 
Ma a caratterizzare la giornata di ieri è stata la fuga degli scrutatori, spaventati, nonostante le rassicurazioni dello stesso governo. «Un seggio elettorale, in queste ore, è uno dei luoghi pubblici più sicuri dal punto di vista sanitario», assicura il sottosegretario alla Salute Sileri. «Abbiamo seguito e fatto in modo che le regole di sicurezza anti-Covid possano essere rispettate». Inutile.


Diversi Comuni, da Milano a Roma a Genova, sono stati costretti ad appelli sui social per coprire i buchi registrati. A Milano si vota solo per il referendum e sono state un centinaio le rinunce last minute di presidenti di seggio. Il Comune ha quindi deciso di lanciare un appello ai cittadini via social per chiedere loro di mettersi a disposizione. E la risposta è stata positiva; c’è stata infatti «grande partecipazione civica» e tutti i seggi sono stati costituiti con 178 sostituzioni di presidenti e la sostituzione definitiva di 1.620 scrutatori. A Roma circa un quinto dei presidenti di seggio è stato surrogato dal Comune per rinuncia della persona già designata. Mentre sono soltanto 1.820 le persone in quarantena che hanno chiesto di avvalersi del voto domiciliare, su 40mila. Tra loro anche Berlusconi, che voterà dalla sua residenza ad Arcore.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino