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C'è il sindaco di Pescara, il forzista Carlo Masci, che quasi lo urla: «Al "ferro di cavallo" c'erano i più grandi delinquenti, avevamo promesso di eliminarlo: oggi non c'è più». E c'è il sindaco di Chieti, Diego Ferrara, che si sente «molto vicino a D'Amico, anche caratterialmente», anche lui eletto nel 2020 da civico, secondo cui se il progetto per la velocizzazione della ferrovia Pescara-Roma restasse così com'è, «si distruggerebbe il tessuto urbano di Brecciarola e Manoppello». Al netto del "tira e molla" di sondaggi, c'è una cosa che di certo è in equilibrio nell'Abruzzo che domenica sceglierà il nuovo governatore tra la riconferma di Marco Marsilio, fedelissimo di Giorgia Meloni e il "campo larghissimo" dell'ex rettore di Teramo, Luciano D'Amico: il derby tra i sindaci dei quattro capoluoghi. Due sono di centrodestra e pro-Marsilio, l'altro meloniano Pierluigi Biondi all'Aquila e, appunto, l'azzurro Carlo Masci a Pescara; due sono, curiosamente, antesignani del progetto politico di D'Amico, Gianguido D'Alberto a Teramo e Diego Ferrara a Chieti.
Opposte sono le visioni sui temi su cui si giocherà il voto.
SICUREZZA E TRASPORTI
A Pescara, alle ultime regionali, Marsilio prese la percentuale più bassa tra i capoluoghi, il 42,87%. Oggi il sindaco, Carlo Masci, gli tira la volata: «Marsilio va riconfermato, ha costruito qui l'ospedale Covid che ha salvato centinaia di vite umane, ha eliminato lo scandalo del "Ferro di cavallo" (l'edificio epicentro della criminalità, ndr), ci ha dato i soldi per riqualificare l'area di risulta e per la Pescara-Roma». A Chieti (42,5 a 31,17 la sfida del 2019 tra Marsilio e Legnini), però, il sindaco Ferrara la pensa diversamente: «Non siamo contrari alla Pescara-Roma, ma a questo progetto che vogliono imporci e che insiste su una zona a rischio esondazione, peraltro con appena 700 milioni disponibili su 7 miliardi». Anche qui il tema della sanità è cruciale: «Non si parla più della possibilità che il nostro policlinico possa diventare un Dea di secondo livello, c'è il rischio della delocalizzazione di alcune strutture e di perdere l'accreditamento della facoltà di Medicina». Leggi l'articolo completo suIl Mattino