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Li si può chiamare “swing state” all’americana, oppure scegliere di fare riferimento al più emblematico di tutti quelli a stelle e strisce: l’Ohio. Sono i collegi più incerti, o se si preferisce quelli più contendibili, e possono fare la differenza nel disegnare gli equilibri del prossimo Parlamento. Con la riduzione del numero degli onorevoli, i collegi uninominali sono 147 su 400 alla Camera e 74 su 200 al Senato: sono quelli in cui per vincere basta prendere un voto in più degli sfidanti. I loro confini, inevitabilmente più ampi che in passato, sono stati definiti con un decreto a fine 2020.
Ma quanti sono quelli “ballerini”? Ovviamente dipende da come si chiuderà la partita delle alleanze a sinistra. Tuttavia, partendo dal presupposto che non ci sarà certamente una coalizione tra Pd e 5stelle e considerando invece tutte le altre forze insieme, sarebbero una sessantina. Più precisamente - almeno secondo la simulazione fatta da Youtrend insieme a Cattaneo Zanetto & Co - sarebbero 64. Molto diverso il discorso se invece i dem non stringessero accordi né con i pentastellati né con le forze di centro perché in quel caso, è la loro previsione, si scenderebbe a meno di 40.
IL NORD
Al Nord, considerando i seggi per la Camera, risultano incerti due collegi su tre sia per la città di Torino (in particolare quello di Collegno) che per Milano, in entrambi i casi con una differenza notevole a favore del centrosinistra se si fa riferimento al centro città. Un vantaggio lieve per il centrodestra viene segnalato per Trento mentre al contrario a Genova sarebbe di poco avanti il centrosinistra. Se si passa al Senato si nota che il quadro è più netto a favore della coalizione guidata da Meloni, Salvini e Berlusconi con l’eccezione ancora una volta del collegio di Trento che però, in questo caso, vedrebbe una leggera prevalenza di Pd & Co.
Per l’eventuale coalizione di centrosinistra le roccaforti sarebbero ancora una volta nel Centro Italia e in particolare in Emilia Romagna.
IL LAZIO
Discorso a parte per il Lazio e in particolare per la città di Roma. Il centro sembra senza se e senza ma dominio del centrosinistra, ma anche in questo caso potrebbe essere fondamentale il peso di Carlo Calenda. Ci sono tuttavia almeno altri tre collegi decisamente più incerti: quello di Pomezia e Roma Municipio XIV (tendenza centrodestra) e quello di Fiumicino (con lieve vantaggio centrosinistra). Un quadro che si ripete sostanzialmente simile anche al Senato dove sono considerati ballerini due collegi uninominali, uno a vantaggio del centrodestra e l’altro del centrosinistra.
Se ci si sposta al Sud ci si rende conto che il baricentro dell’incertezza è ancora una volta intorno a una grande città: Napoli. Tra i collegi dove è lieve il vantaggio del centrosinistra c’è quello di San Carlo Arena, mentre sono ben due quelli in cui avanti, seppure di poco, viene segnalato il Movimento Cinquestelle, ossia Acerra e Casoria.
A completare il quadro dei seggi più contendibili c’è poi la Sardegna: su quattro collegi uninominali alla Camera sono almeno tre quelli in cui il vantaggio del centrodestra è considerato non abbastanza consolidato e lo stesso vale per i due del Senato.
Il Mattino