Elezioni amministrative, Letta arruola i 5Stelle: insieme ai ballottaggi. Tregua Meloni-Salvini

Cala il sipario sulla campagna elettorale: ieri le ultime occasioni per i leader dei principali partiti di supportare i propri candidati

Elezioni amministrative, Letta arruola i 5Stelle: insieme ai ballottaggi. Tregua Meloni-Salvini
Cala il sipario sulla campagna elettorale italiana. Da mezzanotte è infatti in vigore il silenzio elettorale in vista dell'appuntamento alle urne di domani e...

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Cala il sipario sulla campagna elettorale italiana. Da mezzanotte è infatti in vigore il silenzio elettorale in vista dell'appuntamento alle urne di domani e lunedì in oltre mille comuni, dove si vota per eleggere sindaco e consiglio comunale, in Calabria per la Regione e nei due collegi di Siena-Arezzo e Roma-Primavalle per le suppletive della Camera dei deputati. Ieri quindi ci sono state le ultime occasioni per i leader dei principali partiti di supportare i propri candidati. Ventiquattr'ore lunghissime in cui Matteo Salvini ad esempio, è rimbalzato tra Milano, Roma e la Calabria, lasciando al vice Giancarlo Giorgetti il palcoscenico di Torino, unica città in cui i sondaggi vedono il centrodestra con più chance di vittoria. Nella Capitale, in mattinata, il vertice più atteso che sancisce la tregua con Giorgia Meloni durante l'evento a supporto di Enrico Michetti, con Antonio Tajani. Dal palco di Spinaceto, periferia sud-est di Roma, tra un selfie e una dichiarazione d'amore a favor di telecamera («C'è affetto politico, siamo destinati a governare assieme» ha detto il leghista, «Non siamo come la sinistra che sta insieme per le poltrone» gli ha fatto eco la numero uno di FdI) è riesplosa la pace tra i due. Inevitabili le allusioni alle vicende Morisi e Fidanza che stanno squassando i partiti: «Faccio campagna elettorale da 30 anni - ha spiegato Salvini - ma una campagna così fangosa, così violenta, così brutta, così cattiva a me non fa male, anzi mi dice che siamo sulla strada giusta».

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I comizi

Restando a Roma, Carlo Calenda da piazza del Popolo fa il suo gioco da outsider e attacca: «Al ballottaggio andremo io e Gualtieri. Michetti non ci arriverà, ha fatto una campagna elettorale inesistente». Quindici i comizi del centrosinistra nella Capitale, con l'evento clou tenuto però nel tardo pomeriggio a San Basilio con il candidato Roberto Gualtieri affiancato dal governatore del Lazio Nicola Zingaretti: «Non abbiamo voluto riunirci tutti in un posto perché Roma deve essere tutti i quartieri. Questo è il segno di come noi governeremo». La sindaca uscente ha invece scelto la Bocca della Verità, in attesa di Conte e Di Maio (in ritardo) ha soprattutto accolto in collegamento audio Beppe Grillo che nel tentativo di difendere la roccaforte capitolina ha però più volte fatto calare il gelo sul palco: «Ogni romano un Nerone in miniatura, li mortacci mentre dietro c'è l'apocalisse». E ancora dicendosi «leale» a Raggi, gli ricorda che «non sparirà dal M5s» perché la attende un ruolo da garante, lasciando la piazza a mugugnare e costringendo la sindaca ad intervenire con un «mi giostrerò tra i due impegni».

La coalizione

Prima però, le energie grilline si sono concentrate sulla città destinata ad essere la rivendicazione elettorale più forte: Napoli. Sul palco a supporto dell'ex ministro Gaetano Manfredi (candidato di coalizione con il Pd, sostenuto nel pomeriggio dal ministro Orlando che ha rilanciato l'intesa «L'alleanza con il M5S ai ballottaggi è una strada obbligata») oltre al duo Conte-Di Maio anche il presidente della Camera Roberto Fico e i big D'Incà, Sibilia, Azzolina e Bonafede. Sulla convergenza la strada pare segnata ma Conte temporeggia: «C'è un lavoro, un dialogo con il Pd in particolare, con le forze progressiste - ha detto - Però tempo al tempo». Sale invece il pressing qualche centinaio di chilometri più a Nord. In una serie di appuntamenti tra Cortona e Foiano della Chiana, in provincia di Arezzo, il segretario del Pd Letta prima scalda i motori («Lunedì il Pd sarà il primo partito politico italiano») e poi arruola i 5S: «Credo che la convergenza al secondo turno sia naturale, nel momento in cui i nostri candidati arrivassero tutti al ballottaggio». Così a Bologna il candidato di Pd-5s Matteo Lepore parla già da sindaco: «Avremo dieci anni di fronte di grandi soddisfazioni», ha detto da piazza Maggiore, con accanto Stefano Bonaccini ed Elly Schlein.

Se il centrodestra già da tempo sembra aver dato per persa Milano e il candidato Luca Bernardo ha dovuto anche incassare l'appellativo di orso Yoghi da Fidanza di FdI, il pediatra ha fatto comunque il suo, rilanciando: «Siamo di fronte ad un bivio importante e allora una preghiera agli indecisi: abbiate coraggio». Comunque poco impensierito il sindaco uscente Beppe Sala che sente la conferma già in tasca: «Mi auguro che al Pd andrà bene - ha sottolineato - si sta dimostrando, in questa fase storica, un grande partito, almeno qui a Milano».

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Il Mattino