Elezioni Midterm, ispanici e afroamericani “traditi”: così il Paese si sta spostando a destra

La fine dell'onda lunga per Obama e l'aumento delle disuguaglianze: cambia il voto delle minoranze

Elezioni Midterm, ispanici e afroamericani “traditi”: così il Paese si sta spostando a destra
Queste elezioni di Midterm non sono solo un voto sulla crisi economica e sul gradimento di Joe Biden (in calo un po’ in tutti gli Stati Uniti) ma anche un’importante...

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Queste elezioni di Midterm non sono solo un voto sulla crisi economica e sul gradimento di Joe Biden (in calo un po’ in tutti gli Stati Uniti) ma anche un’importante prova per il partito democratico e per la sua tenuta tra le minoranze: il partito repubblicano infatti sta crescendo tra gli afroamericani e sta migliorando nelle comunità ispaniche, entrambe storicamente legate ai dem. 

A stravolgere lo status quo e a rendere ancora più complessa la già titanica impresa dei dem è un sondaggio del Wall Street Journal condotto ad agosto e alla fine di ottobre: il 17% degli afroamericani è pronto a scegliere un candidato repubblicano al Congresso. Nel 2020 solo l’8% degli afroamericani aveva votato per Donald Trump, stessa percentuale che aveva scelto un candidato repubblicano alle elezioni di Midterm del 2018.

Tra gli ispanici invece i dem continuerebbero a tenere, subendo tuttavia l’avanzata dei repubblicani che assottiglia di molto il loro vantaggio: dall’11% di agosto a solo il 5% di fine ottobre. Numeri disastrosi se paragonati alle elezioni presidenziali del 2020, quando Biden aveva ottenuto il 28% di voti in più dai latinos rispetto a Trump, o alle elezioni di Midterm del 2018, quando i candidati dem avevano ricevuto il 31% di consensi in più dei repubblicani. 

Sembra infatti che la crisi economica, con l’inflazione che sta colpendo le minoranze, le crescenti disuguaglianze e la fine dell’onda lunga dell’entusiasmo per il coinvolgimento innescato da Barack Obama, possano avvantaggiare i repubblicani. I primi segnali di questa resa si vedono in Florida, a Miami, dove la parte più giovane della comunità latina aveva votato per Obama e poi per Biden e ora potrebbe tornare a sostenere i repubblicani, che proprio nella comunità cubana hanno una delle loro roccaforti. Più in generale gli analisti di entrambi i partiti si chiedono quanto questo «profondo cambiamento demografico», come lo definiscono i repubblicani, sia solo un passaggio temporaneo o l’inizio di una trasformazione epocale. 

I dati però mostrano un altro trend importante: i latinos che stanno spostandosi verso i repubblicani hanno un grado di istruzione basso, in linea con un altro macro trend che ha visto i repubblicani dell’era Trump conquistare la working class bianca. Negli ultimi anni inoltre i repubblicani stanno cercando di conquistare neri e ispanici lavorando quartiere per quartiere con associazioni come Black Voices for Trump, che dalle presidenziali del 2020 prova a spostare gli afroamericani verso destra, spesso diffondendo notizie false e propaganda. Questo nonostante da decenni il partito repubblicano abbia ristretto e reso difficile il voto delle minoranze con una serie di leggi locali: per esempio in diversi quartieri a maggioranza nera e ispanica è stato diminuito il numero di seggi, costringendo gli abitanti che spesso non hanno un’auto a recarsi lontano da casa per votare, cosa che spinge gli elettori a rinunciare. 

Ci sono però segnali che fanno ancora sperare i democratici: in Georgia dopo quasi 20 anni di governatori repubblicani, la candidata dem Stacey Abrams potrebbe fare bene e ha già dimostrato nelle scorse elezioni - perse contro l’attuale governatore e suo sfidante Brian Kemp - che nelle roccaforti repubblicane le minoranze nere e latine sono ancora fondamentali. E che i democratici devono ripartire da queste comunità per tornare a vincere. 

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Il Mattino