Un anno fa la morte di Elisa, stroncata a 5 anni dalla leucemia. I genitori: eri la nostra principessa

Un anno fa la morte di Elisa, stroncata a 5 anni dalla leucemia. I genitori: eri la nostra principessa
Trecentosessantacinque lunghi, forse interminabili giorni. Tanto è passato dalla scomparsa della piccola Elisa Pardini, la bimba originaria di Pordenone di appena 5 anni...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Trecentosessantacinque lunghi, forse interminabili giorni. Tanto è passato dalla scomparsa della piccola Elisa Pardini, la bimba originaria di Pordenone di appena 5 anni che sconvolse e mobilitò letteralmente il Mondo intero. E oggi in quel primo tragico anniversario, è stato organizzata una commemorazione privata al Cimitero di Rorai Grande Pordenone, dove su una tomba piena di giochi e fiori, sono stati fatti volare in cielo dei palloncini rosa, il colore preferito della piccola Elisa, o meglio «Elisa coccinella, bambola, peluche, principessa, bebè», come voleva che la chiamassero e come scrive sulla sua pagina in un lungo post la sua mamma. Elisa aveva la leucemia, una rarissima forma e cercava disperatamente un donatore di midollo osseo. Fu proprio Il Mattino per primo anni fa a raccontare la sua storia e quella di Fabio e Sabina, i suoi genitori che da Pordenone si spostarono all’Ospedale Bambin Gesù di Roma per seguire la loro bambina.

Una mobilitazione a tipizzarsi, mondiale dicevamo che coinvolse nomi del calibro di Umberto Tozzi e la moglie Monica Michelotto, Anastacia e Zucchero e mandó in tilt i centralini dell’ADMO (Associazione Donatori di Midollo Osseo) di tutta Italia. Elisa di trapianti ne subì ben due, entrambi dallo stesso donatore ma purtroppo l’epilogo fu dei più devastanti. Ad un anno dalla morte della piccola, è ancora una volta a Facebook (dove il papà di Elisa ha aperto la pagina “Fabio Pardini Per Elisa”) che i suoi genitori affidano il loro dolore ma insieme la loro speranza. Sabina, ex infermiera si rivolge direttamente alla sua piccola: «Ti ricordi amore mio le nostre visualizzazioni con cui riuscivamo a teletrasportarci ovunque, sentire il profumo dei fiori, dell'erba, del mare, delle onde, la sabbia che scottava sotto i piedi anche se erano solo una coperta gialla ed un'altra azzurra? Ti ricordi amore mio che non vedevi l'ora di uscire a fare la spesa e arrampicanti sul carrello, dondolarti sul dondolo di casa nostra, cucinare, fare le torte con i biscotti  che non hai potuto mangiare e hai tenuto per dopo?». 

Una dedica straziante, un ricordo amorevole e insieme drammatico di chi non può più chiudere gli occhi senza vedere la propria bimba morire: “Mi manchi immensamente, mi mancano le tue manine, le tue carezze, i tuoi sorrisi, la tua vocina, la tua positività. Sei stata e sarai per sempre il mio tutto!”, conclude Sabina. In un video postato da Fabio, dal papà di Elisa, entrambi i genitori raccontano attraverso una serie di cartelli i tragici ultimi momenti della piccola. Fabio e Sabina scrivono: “Saremo sereni solo quando sapremo che anche tu lo sarai...”. Una serenità che evidentemente non è mai arrivata. Fabio e Sabina raccontano di una resa, quella di Elisa, che urlava di aiutarla, manine sul petto e che è spirata tra le loro braccia. Una speranza che li ha tenuti in vita accanto ad Elisa per tre lunghi anni, tutti passati per la piccola dagli occhi grandi, su un letto di ospedale, che era la sua casa, il suo mondo dei giochi, la sua vita e che è stato anche la sua tomba. Elisa sperava, Elisa rincuorava, Elisa ballava, cantava, raccontava le sue mille avventure inventate senza mai essersi mossa da quel lettino. Elisa da un anno non c’è più ma con quel corpicino esile e con un sorriso così radioso è stata in grado di smuovere un mondo troppo spesso inerte e incurante, che si gira dall’altra parte, insegnando a quello stesso Mondo che la vita è una, ed è per essa e per il diritto a viverla sempre che vale la pena lottare. Fino alla fine. 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino