Un dramma senza fine, quello della famiglia di Elisa Pomarelli, la 25enne uccisa un anno fa dall'amico Massimo Sebastiani, 'rea' di aver respinto le sue avances....
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I ritardi nella restituzione della salma alla famiglia sono dovuti a varie cause: i tempi tecnici per gli esami medico-legali, l'emergenza sanitaria del coronavirus e alcuni intoppi burocratici. Solo oggi, quindi, la famiglia potrà dare l'ultimo saluto a Elisa Pomarelli, ragazza omosessuale che aveva respinto le attenzioni dell'amico, mentre le associazioni lgbt sono sul piede di guerra. A Massimo Sebastiani, 47 anni, non è stato contestato l'omicidio volontario aggravato, perché lui ed Elisa non erano legati da una relazione sentimentale. «Il femminicidio non è l'omicidio della moglie o della compagna in quanto tali, ma l'omicidio di una donna in quanto donna, compresi i casi in cui ci sono lesbiche uccise perché «non disponibili» alle attenzioni di un uomo», il commento di Ilaria Todde al Corriere della Sera.
Il delitto di Carpaneto era avvenuto domenica 25 agosto 2019: Elisa era uscita a pranzo con Massimo Sebastiani, che da tempo la riempiva di attenzioni nonostante lei avesse messo in chiaro il proprio orientamento sessuale e di non essere interessata a lui. Dopo il pranzo, il 47enne aveva quindi ucciso Elisa nel pollaio della sua abitazione, strangolandola a mani nude, e poi aveva nascosto il corpo nella soffitta dell'amico Silvio Perazzi, arrestato per favoreggiamento e poi rilasciato. Dopo poco più di dieci giorni, Massimo Sebastiani era stato catturato e aveva fatto ritrovare il corpo di Elisa, che nel frattempo aveva nascosto in un bosco. Al momento l'uomo sta affrontando il processo con l'accusa di omicidio e occultamento di cadavere, con la difesa che ha chiesto per lui una perizia psichiatrica. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino