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I pm vaticani e quelli italiani della Procura di Roma stanno cooperando nelle indagini sui nuovi elementi emersi sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, avvenuta 40 anni fa. In particolare, l'ufficio del promotore della Santa Sede, guidato da Alessandro Diddi, si sta muovendo su alcuni messaggi scambiati tra due alti prelati durante i primi anni del pontificato di Francesco e consegnati dal fratello della quindicenne agli inquirenti del Vaticano.
Emanuela Orlandi, le nuove indagini
Documenti che potrebbero confluire nel fascicolo d'indagine aperto già nel dicembre del 2021 dal sostituto procuratore di Roma Stefano Luciani, sulla base delle rivelazioni fatte dal collega in pensione Giancarlo Capaldo - prima nel suo libro “La ragazza scomparsa”, poi in tv ad “Atlantide” - su presunti incontri segreti che il magistrato ebbe nel 2012 con due emissari del Vaticano. Capaldo, infatti, è il pm che nel 2015 diede parere contrario all'archiviazione dell'inchiesta della Procura capitolina scaturita dalle dichiarazioni rese a giugno 2008 da Sabrina Minardi, compagna di Renatino De Pedis, secondo la quale Emanuela sarebbe stata uccisa dopo essere stata tenuta prigioniera dalla Banda della Magliana nei sotterranei di un palazzo vicino all’ospedale San Camillo.
La famiglia: «Una bella notizia»
«Il nostro augurio è che ci sia una cooperazione leale» tra la procura di Roma e il Vaticano «alla ricerca della verità. È una bella notizia, è quello che noi chiediamo da anni per avere la verità su Emanuela», ha commentato Laura Sgrò, l'avvocata di Pietro Orlandi.
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