«Eliminiamo stipendi e vitalizi per i politici: basta con chi si arricchisce senza lavorare»

Michele Emiliano
Schierandosi con i «cittadini italiani che non vogliono il consolidarsi di una casta di professionisti della politica», il presidente della Regione Puglia, Michele...

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Schierandosi con i «cittadini italiani che non vogliono il consolidarsi di una casta di professionisti della politica», il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, scrive in un lungo post su Facebook che «bisogna eliminare tutti i vitalizi e tutti gli stipendi dei politici, dai parlamentari ai consiglieri municipali». E rendendosi «conto che anche chi fa politica deve poter vivere ed avere il modo di invecchiare con dignità», lancia alcune proposte che auspica siano condivise dal M5s che in Puglia ha presentato una proposta di legge per l'abolizione dei vitalizi e il ricalcolo degli stessi in base al sistema contributivo.


«Molti politici - scrive Emiliano - hanno un loro lavoro e quindi possono permettersi di fare politica gratis, senza percepire stipendi, facendosi al massimo rimborsare le spese del mandato (benzina, aerei, treni, alberghi ecc) previa presentazione di fatture. Poi, essendo titolari di pensione, non hanno alcun bisogno di vitalizi aggiuntivi alla pensione che vanno quindi immediatamente eliminati».

 

«Se però - precisa - l'impegno richiesto al politico è tale da non consentire di proseguire il proprio lavoro dipendente o autonomo, il politico appena eletto deve poter chiedere di avere un'indennità che sostituisca il suo reddito cessato. Evidentemente con un limite massimo che potrebbe essere dato dallo stipendio del sindaco del capoluogo di provincia, come previsto dalla riforma costituzionale». «In questo modo - rileva - eviteremmo che chi non ha mai lavorato veda nel mandato politico un modo per scansare questo diritto che è anche e soprattutto un dovere».

«Se dopo lo svolgimento del mandato - prosegue Emiliano - il lavoro autonomo del politico pensionato non dovesse più riprendersi economicamente a causa dell'interruzione per lo svolgimento del mandato (e se il soggetto non fosse già titolare di un'adeguata pensione), dovrebbe essere possibile assegnare un'indennità che solo in questi casi consenta alla persona di non finire in miseria a causa del suo mandato politico. L'indennità deve essere proporzionata al reddito da lavoro precedente il mandato, andato perso a causa dello svolgimento dello stesso ed anche in questo caso con il suddetto limite massimo».


«La mia proposta - rileva Emiliano - può essere ovviamente anche migliorata, ma finalmente faremmo cessare il fenomeno di chi fa politica senza avere mai lavorato arricchendosi grazie alla politica». «In questo senso - conclude - mi esprimerò in consiglio regionale, a titolo personale, rilanciando rispetto all'ordine del giorno del Movimento 5 stelle che spero abbia la volontà di seguire questa nuova prospettiva ancora più giusta nei confronti dei cittadini italiani che non vogliono il consolidarsi di una casta di professionisti della politica».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino