Emilio Fede, affidamento in prova: potrà uscire di casa. «Vivrò a Napoli e insegnerò il bene ai giovani»

Emilio Fede, affidamento in prova dopo la condanna in via definitiva a 4 anni e 7 mesi per il caso Ruby bis. L'ex direttore del Tg4 ha ottenuto stamane...

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Emilio Fede, affidamento in prova dopo la condanna in via definitiva a 4 anni e 7 mesi per il caso Ruby bis. L'ex direttore del Tg4 ha ottenuto stamane l'affidamento in prova ai servizi sociali. Lo ha disposto il Tribunale di sorveglianza di Milano.



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Stop alla detenzione domiciliare


Si chiude per lui il periodo di detenzione domiciliare e da oggi potrà uscire di casa per tutto il giorno, dalle 6.30 alle 22 e se vorrà andare fuori dalla Lombardia, per esempio a Napoli da sua moglie, dovrà fare istanza per ottenere l'autorizzazione.
 

Il provvedimento


Il provvedimento che concede al giornalista quasi 90enne l'affidamento in prova per espiare meno di 4 anni, e che ha avuto il parere favorevole del sostituto pg Antonio Lamanna, è arrivato stamane ed è firmato del giudice Gaetano la Rocca. Ieri si è tenuta l'udienza nell'aula dedicata ai procedimenti della Sorveglianza al pian terreno del palazzo di giustizia alla quale Fede, accompagnato dal suo legale, Salvatore Pino, ha partecipato. «Siamo soddisfatti - ha affermato l'avvocato - perché abbiamo ottenuto il massimo possibile». Emilio Fede ha ancora aperta la vicenda per i presunti fotoricatti.

La reazione


«Mi sento più libero. Appena sbrigate le pratiche andrò a Napoli, vivrò là il resto della mia vita con mia moglie e con una popolazione straordinaria». C'è felicità e commozione nella voce di Emilio Fede, che è uscito per prendersi «un gelato e dei dolcini» nel pomeriggio, dopo la decisione del Tribunale di sorveglianza di Milano che gli ha concesso l'affidamento in prova ai servizi sociali, per espiare i meno di quattro anni residui di pena per il caso 'Ruby bis' dopo aver trascorso circa un anno in detenzione domiciliare. «Ho accolto questa decisione con grande rispetto nei confronti della giustizia e delle forze dell'ordine che ci proteggono. Ho espresso la voglia di essere assegnato a un istituto con ragazzi in bilico fra il bene e il male - dice al telefono con l'ANSA -. Vorrei state con i giovani, aiutarli a vivere una vita più serena e sicura, perché la camorra è una tragedia ma si può combattere educando i ragazzi a capire che la vita non è fatta solo di violenza».

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Il Mattino