Detenuti, tossicodipendenti e immigrati, ma anche over 60enni esposti al virus prima che si diffondesse la cultura di presidi sanitari usa e getta: sono circa 200mila le persone...
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Le ultime stime dell'associazione di pazienti Epac Onlus parlano di 240mila infetti dal virus dell'epatite C e ignari di esserlo.
La partita, ha sottolineato la senatrice Paola Binetti (Udc), «si gioca oggi sul garantire pari diritto di accesso alle cure e alla diagnosi. Avere delle terapie e non darle a tutti coloro che ne hanno bisogno, nel più breve tempo possibile, non è etico. Soprattutto nell'ambito di un sistema sanitario, come il nostro, che si basa su universalità e equità delle cure». Con quasi 180 mila pazienti trattati contro l'Epatite C fino ad oggi, l'Italia è il Paese più virtuoso in Europa per il numero di persone curate. Ma nel 2019 si esaurirà il fondo destinato ai farmaci innovativi e questa fase andrà gestita con attenzione. «In questi anni - precisa Massimo Galli, presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit) - abbiamo avuto in Italia risultati straordinari», come dimostrano i registri di trattamento dell'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), in base ai quali 178 mila persone, a metà aprile, avevano iniziato o terminato il trattamento con gli antiretrovirali che eradicano il virus.
«Se in termini assoluti alcuni Paesi hanno numeri maggiori, rispetto alla prevalenza dell'infezione nella popolazione generale abbiamo i numeri migliori in Europa e tra i migliori al mondo» precisa Galli. Uno spot in tv per trovare 200 mila casi sommersi Leggi l'articolo completo su
Il Mattino