VENEZIA - È anche a causa di un debito di circa centomila euro con il Casinò di Venezia, presso il quale avrebbe giocato e perso quando ancora era parlamentare nel 2006, che...
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Mele si sarebbe recato al Casinò nell'agosto del 2006 e avrebbe ottenuto un credito. Ai tavoli da gioco avrebbe perso denaro senza poi riuscire a onorare il debito con il Casinò che ha quindi ottenuto un decreto ingiuntivo. La questione è poi finita al centro di una causa civile su cui si è espresso il Tribunale di Venezia in primo grado e che è ancora pendente in appello. L'importo in questione è finito in un ammontare complessivo di debito pari a circa 400.000 euro, riconducibile a tre diversi contenziosi.
I procedimenti hanno determinato una serie di procedure esecutive sul patrimonio immobiliare di Mele, oltre che con il Casinò di Venezia, con la filiale di Ostuni del Banco di Napoli e con una società titolare di una catena di supermercati ai quali, secondo quanto gli viene contestato, dovrebbe del denaro per un punto vendita aperto e poi chiuso.
«Sono questioni personali - spiega Mele - è una vicenda che riguarda principalmente un'attività commerciale che ho aperto per mio figlio e che non è andata bene per diverse ragioni, anche perché riteniamo di essere stati truffati. E comunque sia, si tratta di vicende giudiziarie non ancora concluse, che i miei legali impugnando nelle sedi opportune».
Tra le cause civili che coinvolgono l'ex deputato ce n'è infatti una contro una catena di supermercati per il quale Mele è titolare di fideiussioni. «Sono vicende in corso, lungi dall'essere definite - spiega all'Ansa il legale di Mele, Gaetano Sansone - che hanno condotto a ingiunzioni da parte dei creditori e quindi all'avvio di procedure immobiliari che sono però provvisoriamente esecutive.
Il Mattino