Gli infermieri del blocco operatorio centrale day surgery dell'Istituto nazionale tumori Fondazione Pascale, supportati dai vertici ospedalieri, hanno promosso una campagna di...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Ne sono una testimonianza le parole e l’abnegazione degli infermieri che abbiamo incontrato: Luigi Corseto, Antonio Piro, Mario Carmine Dell’Aquila e Giuseppe Cianciulli.
Stando ai dati raccolti dai promotori, si tratta di un notevole incremento di donatori a seguito della massiccia campagna informativa. Dai 7-10 potenziali che si presentavano al centro trasfusionale dell'Istituto in un giorno, si è arrivati anche a 20 persone, in media si tratta di 50, 70% di donatori in più rispetto a prima. Ma come è nato questo progetto? «Da maggio a settembre - spiega Francesco del Prato, incaricato di posizione organizzativa blocco operatorio centrale day surgery del Pascale - il numero di donazioni cala e per questo abbiamo deciso di metterci la nostra faccia, anche se vogliamo ricordare a tutti che il sangue non ha volto, ma ha solo un grande cuore. Al Pascale negli ultimi tre anni sono arrivati molti infermieri giovani con esperienze in altre città d'Italia, è cambiata la generazione in sala operatoria e allora due anni fa abbiamo deciso di avviare questo progetto e sensibilizzare a partire dagli infermieri del blocco operatorio anche amici e familiari oltre che altri reparti per far sì che potesse aumentare il numero di donatori. Oggi, a due anni dall'avvio del progetto, che gode dell'appoggio del direttore generale Attilio Bianchi e del direttore sanitario Rosa Martino, ci riteniamo molto soddisfatti. Il nostro obiettivo, oltre quello di raccogliere sangue, è far capire che bisogna superare i pregiudizi e la paura di stare male, di vedere magari un ago più grande: donare il proprio sangue vuol dire aiutare il prossimo e garantirgli una vita migliore dopo un importante intervento operatorio». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino