QUINTO (TREVISO) - Un "pesce d'aprile" in cui annunciava l'intenzione di suicidarsi è costato carissimo ad A.M., un 53enne residente a Quinto. ...
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Finito prima sotto inchiesta e poi di fronte al giudice Francesco Sartorio per rispondere del reato di procurato allarme, l'uomo è stato giudicato colpevole e condannato a 15 giorni di arresto. Pena che è stata poi convertita da detentiva a pecuniaria per un totale di 3.750 euro di ammenda.
Il primo aprile dello scorso anno, che nel 2013 coincideva con il lunedì di Pasquetta, poco dopo le 8 del mattino aveva pensato bene di chiamare il comando provinciale dei vigili del fuoco annunciando che non ce la faceva più ad andare avanti e che di lì a breve si sarebbe tolto la vita gettandosi nel Sile a Quinto.
Si trattava in realtà di uno scherzo di pessimo gusto, ma che non poteva essere preso sotto gamba. I vigili del fuoco fecero scattare subito le procedure: prima la chiamata al 112 per riferire quanto accaduto e poi le ricerche di quel fantomatico suicida.
Le ricerche si conclusero fortunatamente non sul greto del Sile, ma in un bar di Quinto: il 53enne venne scoperto infatti mentre stava tranquillamente seduto al bancone sorseggiando un caffè. L'uomo aveva inizialmente cercato di fare lo gnorri, ma poi, messo alle strette, aveva dovuto ammettere le proprie responsabilità costringendo così i militari a denunciarlo per procurato allarme. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino