M5S apre il fronte della procreazione medicalmente assistita, punta a modificare “chirurgicamente” la legge 40 del 2004 che «è purtroppo l’esito...
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Fecondazione in vitro ma la bimba nasce asiatica: coppia divorzia e fa causa alla clinica
IL REGISTRO NAZIONALE
Si rammenta che una legge del 2014 ha istituito il Registro nazionale dei donatori di cellule riproduttive a scopi di Procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo, «al fine di garantire la tracciabilità completa delle donazioni dal donatore al nato e viceversa» ma che «attualmente la disciplina del Registro è ancora in fase di definizione». Il problema principale è che spesso le coppie sono costrette a pagare cifre esorbitanti. Anche perché c’è una diversificazione delle tariffe tra le regioni e tra nord e sud. In Sicilia la fecondazione eterologa con seme da donatore con inseminazione intrauterina prevede una tariffa di 555 euro (in Lombardia variano da 1500 euro a 3000 euro), la fecondazione eterologa con seme da donatore in vitro 1.296 euro, mentre la fecondazione eterologa con ovociti da donatrice 1.481 euro (in Lombardia si parte da 3.500 euro). E così «si lucra sul problema dell’infertilità». Per questo motivo «la donazione di cellule riproduttive deve essere volontaria, anonima e gratuita e l’importazione e l’esportazione di gameti devono – si legge nel testo del ddl - essere consentite, rispettivamente, solo da e verso istituti di tessuti accreditati e operanti senza scopo di lucro».
IL BUSINESS
Bisogna quindi «interrompere quanto prima ogni forma di commercializzazione di gameti e lo sfruttamento economico dei donatori o delle donatrici». Tra l’altro – è la denuncia dei pentastellati – «il Fertility day ha finito solo per diffondere una visione offensiva e retrograda della donna e dei problemi correlati alla fertilità». L’obiettivo del ddl dunque è quello di intervenire sulle incongruenze della legge che «continuano a limitare l’uguaglianza dei cittadini nel ricevere un’appropriata prevenzione e cura delle cause di infertilità» e di garantire «la tutela della salute riproduttiva e anche il diritto di autodeterminarsi rispetto al desiderio di avere un figlio».
ASSENZE GIUSTIFICATE
Per l’anno 2020 viene autorizzata una spesa di 10.203.541 euro e si applica per le assenze dal lavoro la disciplina «relativa ai congedi, ai riposi e ai permessi nonché quella relativa ai figli naturali, adottivi e in affidamento prevista dal testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità».
Il Mattino