FI, Berlusconi con Caldoro: ora il nuovo partito degli antirenziani

FI, Berlusconi con Caldoro: ora il nuovo partito degli antirenziani
dal nostro inviato Mario Ajello ​ NAPOLI Gli gridavano: «Silvio, si' quasi meglio 'e Maradona». Ora nessuno gli...

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dal nostro inviato

Mario Ajello




NAPOLI Gli gridavano: «Silvio, si' quasi meglio 'e Maradona». Ora nessuno gli grida: «Berlusconi, si' quasi meglio 'e Higuain». L'entusiasmo per lui, nella città che lo adorava, non è più scoppiettante come un tempo. Quando nomina Fabio Fazio - «Sto per andare in tivvú da lui e Renzi si lamenta perché vuole il video tutto per sé» - la folla napoletana, numericamente scarsuccia, nella sala della mostra d'Oltremare, fischia il conduttore di RaiTre. Quando dice che «Renzi è un premier anti-democratico. Non eletto da nessuno», qualche applauso. Comunque, l'ultima trincea di Silvio questa è: la Campania. Sul partito che verrà, dice mangiando la pizza a Posillipo e nei ritagli a un'apparizione pubblica e l'altra: «Ho un piano».

PARTITO-RETE

Il piano sarebbe una sorta di «partito-rete, che mette in collegamento tutte le categorie sociali disilluse dal renzismo subito diventato bluff». Un partito molto snello dal punto di vista organizzativo e che federa «tutte le lobby nel senso buono della parola». Il leader? «Non sarò io e non sarà un politico di mestiere. Ma uno che viene dal mondo dell'impresa o del volontariato».



Ma se si perde la Campania, dove la partita è aperta, sarà dura. E Silvio ammette: «Non volevo partecipare a questa campagna elettorale, ma mi tocca». La sua fidanzata, Francesca Pascale, è invece entusiasta di questa battaglia e dalla folla viene quasi più adorata del presidente: «Ti vogliamo - le gridano - in Parlamento». Non è detto che non ci finirà. Noemi Letizia non si fa vedere. Ma c'è il marito dell'ex Vergine di Casoria. Si chiama Vittorio Romano ed è uno dei più attivi in campagna elettorale in quanto leader dei club regionali di Forza Italia. E spicca per bellezza, agli occhi di chi apprezza il genere tronista, l'ex finto fidanzato di Noemi, ai tempi in cui bisognava coprire lo scandalo della festa di compleanno della bionda minorenne, e insomma ecco Domenico Cozzolino, uno dei candidati nella lista Sud Ausonia.

Il taglio degli impresentabili nelle liste c'è stato, soprattutto per merito della Pascale. Ecco anche Dario D'Isa. Chi? Avvocato sorrentino, brillante e mondano, candidato in Noi Sud, è figlio di uno dei giudici che nel 2013 condannarono Berlusconi. «Ma le colpe dei padri - motteggia l'ex Cavaliere dietro le quinte - non ricadono sui figli».



LA SCUGNIZZA


Albergo, comizio, dieci interviste a dieci tivvù locali, un salto alla redazione del Mattino, qualche incontro con imprenditori a cui dice: «Tutte le categorie che si accorgeranno del bluff saranno tutelate dal nostro nuovo partito». E Salvini? Gli manda il messaggio: «Con la destra provocatoria non si governa». E quello gli risponde: «Neanche con le dinastie. E Berlusconi non è la regina Elisabetta». Una dinastia superstar, al comizio di Silvio, è quella dei Cesaro. Il padre Giggino 'a purpetta - a cui Silvio dice: «Se tu porti le mozzarelle a me, Fitto dovrà portare la burrata a Cameron» - e il figlio, Armando Cesaro, detto 'a purpettina, anche se è corpulento e infatti lo chiamano anche Armandone. Il più votato in Campania dovrebbe essere lui, Berlusconi lo coccola e di Francesca è amicissimo. Foto, selfie, inni. «Alessandra - dice Silvio alla capolista Mussolini - tu sei la nostra scugnizza!». Stefano Caldoro sale sul palco e parte l'ovazione. Dice: «De Luca sostiene che noi siamo delinquenti. Ma il condannato è lui, non noi». «Ed è anche un cafone!», grida una voce. Caldoro aggiunge: «A De Luca preferisco l'imitazione che ne fa Crozza... anche peché almeno lui è eleggibile». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino