Se le parole sono pietre, quelle di Roberto Fico hanno il tono lapidario della sentenza. «Non c’è bisogno di alcun incontro, le cose sono chiarissime....
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Con Pizzarotti a Parma e Nogarin a Livorno, dopo il caso di Quarto, la questione morale tocca anche il M5S?
«Falso: la questione morale non ci tocca affatto. C’è un abisso tra noi e chi ha amministratori arrestati, implicati in Mafia Capitale e accusati di aver preso tangenti per l’Expo. Nel momento in cui vengono indagati, i nostri portavoce sono pronti a dimettersi. E se non lo fanno, vanno fuori».
Però siete tutti compatti intorno a Nogarin, che pure è indagato per bancarotta fraudolenta, abuso d’ufficio e falso in bilancio.
«Nogarin ci ha comunicato tutto sin dal primo momento, e a comportamenti diversi corrispondono valutazioni diverse. In ogni caso, è pronto a dimettersi se sarà condannato in primo grado. E se prima venisse fuori un’intercettazione o una prova inequivocabile della sua colpevolezza, saremmo noi a chiedergli un passo indietro».
Pizzarotti ha detto che quel passo indietro dovrebbe farlo la Casaleggio Associati, ha detto che un ruolo non può essere tramandato di padre in figlio.
«Non mi interessa rispondere a queste cose. Noi abbiamo un valore principale, che è la trasparenza. E il sindaco di Parma non è stato trasparente. Tutto qua».
Intanto il meccanismo delle espulsioni resta oscuro, o quanto meno equivoco. Per esempio, chi fa parte dello «Staff di Beppe Grillo» che firma i provvedimenti?
«Non c’è niente di oscuro. In questo Movimento tutti i cittadini possono partecipare liberamente, e fino a quando rispettano le regole sono dentro. Quanto alle espulsioni, sono decise da Beppe Grillo e le email sono scritte da persone che collaborano a stretto contatto con lui».
Anche a Napoli la strada in salita: in tanti pensano che con un candidato juventino e dal cognome che più lùmbard non si può, sia difficile vincere.
«Noi guardiamo i candidati per i contenuti che sono capaci di esprimere, per l’onestà intellettuale e per la garanzia che possano attuare al meglio il programma. Sotto tutti questi aspetti, la scelta di Matteo Brambilla non ci limita. Anzi, è l’opportunità per Napoli di avere un amministratore serio e competente. Un ingegnere che è abituato ad avere a che fare tutti i giorni con le gare di appalto».
Cosa risponde a chi sostiene che è una candidatura per non dar troppo fastidio a de Magistris?
«Stupidaggini. Questa candidatura a de Magistris dà molto fastidio, visto che per settimane ha continuato a fare appelli perché non voleva che il Movimento corresse autonomamente. D’altro canto, sappiamo benissimo che i nostri parlamentari non possono lasciare l’incarico per candidarsi alle amministrative. E la coerenza è la prima cosa, sempre».
Quale sarebbe a Napoli un risultato soddisfacente?
«Vogliamo arrivare al ballottaggio, e ci sono tutti i presupposti per farlo. Con noi i napoletani hanno la possibilità di far fuori in un colpo solo il Pd e Forza Italia. Nel Pd, il consigliere che distribuiva gli euro per far votare Valente alle primarie oggi è candidato. Con noi una cosa del genere non sarebbe mai successa».
Stando ai sondaggi, però, Brambilla si attesta al di sotto del 24,8 per cento conquistato in città alle scorse Regionali.
«Come lista siamo sempre primi, in questo senso il trend è simile a quello delle Europee e delle Regionali: restiamo la prima forza a Napoli, secondo tutti i sondaggi e comunque il gradimento su Brambilla sta crescendo».
Dunque il voto disgiunto potrebbe farvi recuperare qualcosa rispetto alle preferenze per il sindaco?
«Il nostro primato in città è intatto, intanto con Brambilla stiamo girando tutti i quartieri. I napoletani sono troppo intelligenti per valutare un candidato sindaco in base alla provenienza o alla fede calcistica».
Oggi Grillo sarà a Napoli per recuperare il suo spettacolo. Lo presenterà a Brambilla?
«Sì, ci vedremo quando Beppe arriverà a Napoli. Lo sta seguendo dal primo giorno, questa rivoluzione che stiamo facendo in città gli piace molto». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino