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Mosca alza il tiro della sua offensiva mediatica contro gli Usa accusando il figlio del presidente Joe Biden, Hunter, di finanziare laboratori del Pentagono per lo sviluppo di armi biologiche in Ucraina (in particolare antrace), insieme al miliardario dem George Soros. «Naturalmente chiederemo delle spiegazioni. E non solo noi. Come sapete la Cina ha già chiesto chiarimenti», ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov rispondendo ad una domanda durante il suo briefing quotidiano.
La Russia accusa il figlio di Biden
A lanciare le accuse contro Hunter Biden, già finito nella lista delle personalità americane colpite dalle contro sanzioni russe, è stato Igor Kirillov, capo del dipartimento dell'esercito per la difesa nucleare, chimica e biologica. Il dirigente russo sostiene che la società di investimento del figlio del leader americano, la Rosemont Seneca, dotata di almeno 2,4 miliardi di dollari di capitali di investimento, ha una «relazione stretta» con fornitori chiave dei «31 biolaboratori del Pentagono nel mondo» ed è implicata nel finanziamento del programma biologico di Kiev.
Le accuse sono state diffuse tramite Sputnik, ritenuto dalle autorità americane - insieme a Russia Today - uno strumento del Cremlino per diffondere propaganda e disinformazione fuori della Russia. Lo stesso Sputnik ha riferito che dirigenti Usa e media occidentali inizialmente hanno negato l'esistenza dei biolaboratori ma che poi un alto funzionario dell'amministrazione americana ha confermato la loro presenza. La Casa Bianca invece ha sempre smentito notizie del genere accusando al contrario Mosca di usare queste falsità per operazioni sotto falsa bandiera allo scopo di usare armi chimiche o biologiche. Hunter Biden è considerato il tallone d'achille (e il nervo scoperto) del presidente Usa: una vita segnata per anni dall'abuso di droga e alcol, il figlio del leader americano è diventato un finanziere con interessi internazionali, finendo nel mirino (non solo di Donald Trump e dei repubblicani ma anche della magistratura) per vari affari in Ucraina e in Cina quando il padre era vicepresidente.
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Il Mattino