Professore Emanuele Severino, Papa Francesco aprendo la Porta dell’Anno Santo della Misericordia, nel cuore dell’Africa, ha testualmente detto: «Lo faccio oggi, qui, in...
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«È un papato che ormai anche con questo gesto, nel cuore dell’Africa, certifica che l’Occidente non è più il fulcro della cristianità mondiale. È, invece, quella porzione del pianeta che continua a celebrare la morte di Dio e che si è trasformata in una grande pianura della fede, sia chiaro non quella religiosa, ma quella nella civiltà della tecnica». Tra i maggiori filosofi italiani viventi, Emanuele Severino parla dalla sua casa di Brescia negli stessi istanti in cui da Banqui arrivano le immagini del Papa alla Porta Santa e le parole da lui pronunciate elevando la capitale del Centroafrica a «capitale spirituale del mondo».
Severino divenne grande pensatore all’Università Cattolica di Milano sulle orme di Gustavo Bontadini, il maestro del quale dirà sempre come immutato riconoscimento: «Bontadini vale tre Maritain». Ma dalla «Cattolica» si separò dopo essere approdato a Parmenide. Fu allontanato dall’Università Cattolica, nel 1971, dopo aver subito un processo dall'ex Sant'Uffizio: con il ritorno a Parmenide lui volle dimostrare il venire meno della «trascendenza» con Dio essere non più assoluto. Tra i suoi allievi ci fu il giovane Angelo Scola, ora cardinale di Milano, che si laureò verso la fine degli anni Sessanta proprio con Gustavo Bontadini e lo stesso Severino. Una pagina frequentatissima su facebook, gestita da suoi allievi o estimatori, fa diventare divulgativo il filosofo e le sue idee. Perché, secondo lei, il Papa inaugura questa geo-spiritualità delle «periferie»?
«Questo Papa capisce quel che i suoi predecessori o non hanno capito o hanno tenuto ai margini del loro magistero».
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