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Le visite mediche erano una scusa per approfittarsi di loro. Creava un rapporto di fiducia e lo sfruttava per commettere violenza. Domande sul sesso, controlli alle parti intime e incontri fuori dall'ambulatorio. «Mi ha costretta a un rapporto sessuale e mi diceva che ero la sua schiava». Le vittime di Marco D'Annunzio, 43 anni, infettivologo di Milano finito agli arresti domiciliari lo scorso giugno, hanno confermato ancora una volta ciò che sarebbero state obbligate a subire. Sentite ieri davanti al gip Giulio Fanales nel corso di un incidente probatorio, in quattro hanno descritto di nuovo quelle tremende violenze. Le altre due donne verranno ascoltate nelle prossime settimane.
Il racconto è sempre lo stesso. Spacciandosi per ginecologo, il medico del centro specializzato in malattie sessualmente trasmissibili, faceva leva sulla vulnerabilità delle pazienti. Gli abusi venivano mascherati da pratiche sanitarie. Le visite ginecologiche spesso non necessarie e che in ogni caso non sarebbe stato D'Annunzio a dover svolgere erano esageratamente lunghe. E le insistenti domande sulla vita sessuale si allontanavano sempre di più dall'ambito medico. Le vittime hanno più volte descritto il «disagio» che provavano durante quegli incontri, al punto da decidere di vestirsi in modo meno appariscente all'appuntamento successivo. A dissuaderle dall'idea di denunciarlo, anche il timore di non essere credute.
«Avrei voluto colpirlo con un calcio, ma ero paralizzata», aveva dichiarato un'altra donna. «Arrossivo per la profonda vergogna e sudavo freddo».
Tutte le violenze messe a verbale dalle vittime lo scorso giugno e confermate ieri da quattro di loro durante l'incidente probatorio, sarebbero state commesse tra l'agosto del 2021 e il febbraio di quest'anno. In seguito all'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo, D'Annunzio era stato arrestato con l'accusa di violenza sessuale aggravata. Nei mesi scorsi, poi, sono state raccolte le dichiarazioni di altre pazienti e testimoni per valutare se vi siano ulteriori casi di molestie. Come aveva scritto il gip nell'ordinanza di misura cautelare, il professionista avrebbe «agito senza manifestare alcun tipo di scrupolo in merito alla scelta delle vittime, ragazze giovani e il più delle volte psicologicamente fragili». D'Annunzio avrebbe manifestato «condotte spiccatamente aggressive e prevaricatrici, sia fisiche che psicologiche», abusando inoltre del suo ruolo di sanitario in pubblico servizio».
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