«Siamo state violentate dai due carabinieri». Le due studentesse americane, 20 e 21 anni, hanno confermato le loro accuse nei confronti dei due carabinieri Pietro...
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L'udienza davanti al Gip del Tribunale, Mario Profeta, è iniziata alle 10 ed è terminata a notte fonde, intorno alle 23, con due brevi pause per il pranzo e la cena a base di panini. L'incidente probatorio è servito per 'cristalizzarè il racconto delle due ragazze statunitensi nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta violenza sessuale da parte di due carabinieri in servizio la notte del 7 settembre scorso nel capoluogo toscano. Ciò consentirà alle due studentesse di non tornare più in Italia in caso di processo ai due militari.
Le lunghe deposizioni delle giovani americane sono durate rispettivamente circa 7 ore la prima e cinque ore e mezzo la seconda. All'uscita dell'aula bunker, ieri notte, gli avvocati hanno sottolineato che sono state fatte solo brevi pause per le necessità personali. I legali delle due studentesse, gli avvocati Gabriele Zanobini e Francesca D'Alessandro, hanno spiegato ai giornalisti che le loro assistite hanno confermato «senza contraddizioni» durante l'incidente probatorio i loro rispettivi racconti sullo stupro subito, nonostante le numerose domande che i difensori dei due militari avevano chiesto di fare al giudice nella forma della modalità protetta con cui sono state sentite. Sempre secondo quanto riferito dai due legali, ci sono stati «momenti drammatici e di sofferenza» durante le due deposizioni, e la ventunenne è scoppiata in lacrime quando le è stato chiesto di ricordare il momento dello stupro e poi sarebbe svenuta.
I difensori delle studentesse statunitensi hanno concordato sul fatto che l'incidente probatorio ha rafforzato l'ipotesi accusatoria iniziale nei confronti dei due carabinieri e non sono state inficiate in alcun modo le testimonianze rese immediatamente dopo il fatto.
Il Mattino