Ha trascorso venti giorni con la speranza di ritrovare la figlia 15enne, setacciando disperatamente il luogo in cui era annegata. Ora, per Ahmed Ben Daoud l'attesa...
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Il riconoscimento da parte dei genitori è previsto per oggi, ma non è facile. «Sono stati gentili con me, mi hanno mostrato delle fotografie, ma non sono riuscito a riconoscerla. Se avesse avuto al polso l’orologio che invece si è sfilata prima di entrare in acqua forse sarebbe stato più semplice», è il racconto riportato dal Corriere della Sera.
Hafsa è annegata il primo settembre mentre faceva il bagno nel parco Bartesaghi, in Valtellina.
Ieri un cadavere è emerso 500 metri verso Morbegno, dopo il ponte di San Pietro a Berbenno (Sondrio), e sono stati proprio due pescatori a segnalarne la presenza, dopo le 10. La zona era stata battuta dai volontari e dai soccorritori, ma solo ora il fiume potrebbe aver restituito il corpo. L'altezza corrisponde e non sono state denunciate altre scomparse. Per giorni il papà ha sfidato il maltempo e si è immerso nel fiume.
«Poi mi hanno proibito di continuare a farlo perché troppo pericoloso - ha aggiunto - E allora con i soldi della disoccupazione ho comprato un piccolo drone e sono tornato sulla riva per perlustrare l’Adda dall’alto. Ho sempre avuto fiducia nei soccorritori, però per me è impossibile stare a casa ad aspettare. Così non mi sono più immerso, come mi avevano chiesto, ma non ho mai smesso di cercarla». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino