Giancarlo ci manca da 34 anni. Tanti ne sono serviti per dare una struttura stabile e duratura all'associazione Giancarlo Siani, nata nel 1986 a un anno dalla sua barbara...
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Oggi Giancarlo è effettivamente un simbolo e sono intitolate a lui scuole, strade, biblioteche e l'aula del Consiglio regionale della Campania. 34 anni insieme con mia moglie Carmen, che ci ha sempre sostenuto in silenzio e dietro le quinte e che ha rappresentato un sostegno certo e forte per tutto ciò che è stato realizzato. Insieme a Geppino Fiorenza, instancabile animatore delle tante manifestazioni e mente lucida e sveglia, e poi con i tanti amici, gli insegnanti, i ragazzi delle scuole, i giovani studenti anticamorra. E poi piano piano Ludovica e Gianmario, i miei figli, che ormai sono diventati grandi.
Siamo arrivati fin qui.
Oggi mettiamo le basi per guardare ancora più avanti e attraverso la fondazione vogliamo dare il nostro piccolo contributo per promuovere lo sviluppo nella società di una coscienza civile, di una cittadinanza attiva per il rifiuto di qualsiasi forma di violenza e sopraffazione, anche attraverso interventi precoci sull'infanzia, a partire dai primi mille giorni di vita, soprattutto in contesti di marginalità e disagio sociale. Vogliamo onorare e nello stesso tempo tenere vivo il ricordo dei giornalisti uccisi dalle mafie e dal terrorismo e sostenere i giornalisti minacciati per difendere la libertà di stampa e di espressione in ogni sua forma.
Ma soprattutto vogliamo onorare il ricordo di tutte le vittime innocenti della criminalità, perché il loro sacrificio non sia stato vano.
Guideranno la fondazione Gianmario e Ludovica, cresciuti nel ricordo di uno zio mai conosciuto e vissuti attraverso le tante tribolazioni della nostra vita.
Adesso saranno loro, con alle spalle Carmen, Geppino e me a parlare di Giancarlo, con voce nuova, idee giovani. Saranno loro a tenere vivo il ricordo di quel ragazzo che voleva solo fare il giornalista.
E abbiamo pensato che la prima cosa da realizzare era dare alla sua Mehari, che è ospitata da circa 4 anni in una sala del Pan in fondo all'atrio che porta il suo nome, una nuova visibilità e trasformare quella piccola saletta nella sala della memoria: sarà un luogo di impegno e di memoria per la nostra città e non solo. Questa sala, che nasce grazie alla Fondazione Polis della Regione Campania e al Comune di Napoli, rappresenterà una riscossa per i cittadini onesti a fare sempre di più e una scossa per tutti quei ragazzi che non sanno cosa scegliere, che non avendo opportunità scelgono la strada impervia e senza uscita della camorra.
Senza memoria non saremmo arrivati fin qui e Giancarlo sarebbe stato dimenticato, dandola vinta ai suoi assassini. Invece è ancora vivo nel ricordo di tanti. A Napoli e non solo. Ma se leggete i lavori dei ragazzi delle scuole che hanno partecipato al premio Siani quest'anno, vi renderete conto che Giancarlo ha seminato tanto nella nostra città e di questo sono particolarmente orgoglioso. Certo mi manca Giancarlo, mi manca un fratello con cui confrontarsi e condividere esperienze. Mi conforta però sapere che tanti parlano di lui ancora oggi e se lo ricordano quel ragazzo alto, bello, allegro, che voleva solo fare il giornalista. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino