Formia, confermata la condanna di Tamburrino a 9 anni per l'omicidio di Langella

La villetta di via Giovenale a Formia dove avvenne l'omicidio di Giuseppe Langella
E’ definitiva la condanna di Andrea Tamburrino, il 45enne originario di Cellole ma da anni trapiantato a Scauri, per l’omicidio dell’autotrasportatore 52enne...

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E’ definitiva la condanna di Andrea Tamburrino, il 45enne originario di Cellole ma da anni trapiantato a Scauri, per l’omicidio dell’autotrasportatore 52enne Giuseppe Langella, avvenuto all’alba del 2 dicembre 2016,  dopo un litigio, nella villetta di via Giovenale a Formia. A distanza di quattro anni da quel tragico episodio, la quinta Sezione della Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dall’imputato, coinvolto anche in altre precedenti vicende giudiziarie, ed ha confermato la pena a nove anni di reclusione. Il castello accusatorio, proposto dalla Procura di Cassino, ha retto in primo grado, in appello e in Cassazione, avallato peraltro dalla famiglia di Langella, che, assistita dall’avvocato Vincenzo Macari, si è costituita parte civile in tutti e tre i gradi di giudizio.

Secondo le indagini dei carabinieri, coordinate dal sostituto procuratore di Cassino Chiara D’Orefice, la morte dell’autotrasportatore Giuseppe Langella - che dopo la perdita del lavoro viveva da qualche tempo con Andrea Tamburrino nella villetta presa in affitto in via Giovenale, nel quartiere formiano di Acquatraversa - avvenne in seguito ad un violento litigio, iniziato nella stanza di Tamburrino dopo una partita di Champions League, al termine del quale Langella, di aspetto robusto, ebbe la peggio precipitando in seguito ad una spinta lungo le scale, tra il pianoterra e l’ingresso della villetta. Morì per le ferite e i traumi riportati. Secondo gli inquirenti, l’imputato avrebbe ripulito l’abitazione del sangue e delle tracce dell’aggressione prima dell’arrivo dei carabinieri e poi avrebbe tentato il suicidio.

Nel novembre 2018, il Gup del Tribunale di Cassino Salvatore Scalera, al termine del giudizio immediato celebrato con il rito abbreviato, condannò Tamburrino a dieci anni e 8 mesi di carcere con l’accusa di omicidio preterintenzionale. La pena fu poi ridotta, nell’ottobre 2019, dalla Corte d’Appello di Roma, a nove anni. Attraverso il suo legale, Andrea Tamburrino fece ricorso in Cassazione, ora respinto perché giudicato inammissibile, con al conseguente conferma della precedente condanna a nove anni di reclusione.

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Il Mattino