Forza Italia, Parisi avanti tutta ma la vecchia guardia è in rivolta

Forza Italia, Parisi avanti tutta ma la vecchia guardia è in rivolta
Si avvicina al traguardo la mission di Stefano Parisi per la rinascita di Forza Italia e del centrodestra, e sale di tono la protesta della vecchia guardia di Fi niente affatto...

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Si avvicina al traguardo la mission di Stefano Parisi per la rinascita di Forza Italia e del centrodestra, e sale di tono la protesta della vecchia guardia di Fi niente affatto intenzionata a farsi mettere da parte dalle «ambizioni» di chi - è l'accusa - mira a scalzare il Cavaliere e a impossessarsi del bastone del comando. Quelli di Parisi sono solo «deliri estivi», dice apertamente Daniela Santanchè. E anche i capigruppo di Senato e Camera, Paolo Romani e Renato Brunetta, hanno abbandonato diplomazie e moral suasion, per attaccare frontalmente Parisi. «Il tempo dell'uomo solo al comando è finito», ha detto Romani. «Esiste solo la leadership di Berlusconi» e «nessuno aspetta il Papa straniero», gli ha fatto eco Brunetta. Guarda invece con fiducia al progetto liberalpopolare Maurizio Sacconi per il quale Berlusconi «con la missione chiesta a Parisi, chiede un atto di fiducia che merita di essere accolto».


L'«operazione rinascita» dunque va avanti e appena il Cavaliere rientrerà dalla Sardegna chiamerà a rapporto il «rifondatore» che ha trascorso l'estate lavorando al suo dossier e, insieme, alla Convention del 16-17 settembre. La manifestazione terrà a battesimo il progetto liberalpopolare che dovrà spazzare via vecchie idee e vecchi volti sostituendoli con un progetto nuovo di zecca incarnato da un gruppo dirigente inedito. Gli inviti per la kermesse milanese stanno per partire e al momento la lista degli ospiti che prenderanno la parola dal palco è top secret. Ma qualche nome è trapelato come quelli di Giorgio Squinzi (ex presidente Confindustria), Antonio Gozzi presidente Federacciai e Claudio De Albertis presidente Ance che hanno fatto «outing». Di certo si sa che il microfono verrà precluso ai vecchi politici. La Convention è aperta a tutti e chi vuole potrà partecipare (in platea) ma «nessun politico prenderà la parola dal palco», trapela da Milano.


È dunque già scattato il countdown per la Convention ma i cosiddetti colonnelli oppongono strenua resistenza: il tam tam anti-Parisi partito in sordina è diventato ormai fragoroso e quotidiano. Ma il fatto è che il «mandante» di Parisi è proprio Berlusconi che ripone in lui la massima fiducia. È convinto che abbia forza e capacità per ridare smalto al partito e al centrodestra. Ed è per questo che Parisi ha adottato la «strategia del silenzio» da opporre a quanti lo attaccano, e così non ha risposto e né intende rispondere a chi lo prende di mira o lo provoca. Da lontano, intanto, Angelino Alfano osserva i movimenti di Parisi e non si sbilancia: «Vedremo», risponde il ministro sull'ipotesi di partecipare ad una riaggregazione. E come in un gioco di specchi e di ripicche, mentre Brunetta apre a Fitto, Lega e Fdi, Salvini alza il muro contro Alfano e i «traditori». Concorrenza aperta tra Salvini e Parisi anche sulla data delle rispettive manifestazioni: proprio negli stessi giorni della Convention milanese, il leader della Lega ha chiamato a raccolta i suoi a Pontida. E Bossi, quasi per far dispetto al suo successore ha già fatto sapere che se Parisi lo invita lui a Milano invece un salto lo farà Leggi l'articolo completo su
Il Mattino