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Nell’era in cui ogni piccolo momento della vita dei nostri figli viene immortalato e subito dopo postato sui social, ecco che arrivano i guai, soprattutto per i genitori separati. Poco importa che la mamma sia una famosa influencer.
Se il papà non ha piacere di rendere pubblica su Facebook o su Instagram l’immagine del proprio figlio o della propria figlia, prevale la “censura”. La “clausola del consenso” è una scelta che è stata adottata in due distinte cause di separazione, pendenti davanti al Tribunale civile di Torino.
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Genitori separati, foto dei figli sui social solo se c’è l’accordo
La prima riguarda una influencer mamma di una bambina di 5 anni; la seconda un padre poliziotto e una madre medico, genitori di un ragazzino di 11 anni. In entrambi i procedimenti è stata stabilita una “clausola di consenso” per gestire la pubblicazione delle foto dei figli sui social: occorre il via libera esplicito, e soprattutto reciproco, di entrambi i genitori, oltre al rigoroso rispetto dei diritti e degli interessi del bimbo.
LA QUESTIONE
Insomma anche se i genitori non sono separati, la pubblicazione delle immagini dei figli sui social potrebbe diventare oggetto di litigio in tribunale.
«Questa soluzione - spiega l’avvocatessa Sara Commodo, dello studio legale Ambrosio e Commodo, che si è occupata della seconda vicenda - disinnesca delle potenziali occasioni di conflitto, evitando che la pubblicazione delle immagini venga strumentalizzata o diventi fonte di litigi, diatribe, contenziosi. Le foto sui social rappresentano un fenomeno di costume su cui però spesso manca sufficiente consapevolezza: ora i genitori sono responsabilizzati e sensibilizzati». «Naturalmente - sottolinea l’avvocato Alessio Solinas, che ha seguito entrambi i casi - l’interesse che prevale è sempre quello del minore. Questa clausola non risolve tutto, ma aiuta i genitori a capire quali sono i rischi e li invita ad agire con buon senso».
RISCHI E SUGGERIMENTI
Esistono leggi in materia (a cominciare dal decreto 101 del 2018 sul trattamento dei dati personali), raccomandazioni dell’Autorità garante per la tutela dei diritti dell’infanzia, convenzioni internazionali. Un recente studio sul “sharenting” mostra che i minori, entro i 5 anni, possono avere fino a mille foto postate online. I legali suggeriscono di pixelare i volti dei figli o di ritrarli di schiena, evitando in ogni caso immagini di nudo. Nonostante queste raccomandazioni, i genitori che le seguono sono pochi. I rischi associati sono il furto di identità o la possibile circolazione delle foto su siti di pedopornografia. Inoltre, in caso di coppie separate, gli scatti possono innescare gelosie e ritorsioni, portando a conseguenze civili e penali, inclusi ordini giudiziari di cancellazione e contestazioni per violazione della privacy.
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Il Mattino