PARIGI Benoit Hamon sarà il candidato del partito socialista alle presidenziali di maggio. Il candidato del partito socialista ma non della gauche, da ieri sera mai tanto...
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IL PROGRAMMA
Il campione della sinistra sarà il 49enne Hamon, e la sua sinistra alternativa, utopista per alcuni, l'unica possibile per altri, la sinistra delle 32 ore di lavoro settimanali, del reddito di cittadinanza, della legalizzazione delle droghe leggere, dell'ecologia. Sarà Hamon a dover impedire che l'estrema destra arrivi al secondo turno del 6 maggio e alle porte dell'Eliseo, a contrastare la socialdemocrazia dell'outsider ex ministro dell'Economia Emmanuel Macron, a combattere la destra conservatrice, socialmente reazionaria di François Fillon e anche la sinistra radicale dell'ex compagno di partito Jean-Luc Mélenchon e la sinistra verde di Yannick Jadot. I sondaggi lo danno perdente su quasi tutti i fronti, anche se i tre mesi di campagna elettorale che cominciano domani sono lunghissimi. Ieri primo sondaggio dal Figaro: Marine Le Pen è prima al primo turno delle presidenziali, mentre si disputano il secondo posto Fillon e Macron. L'unica possibilità per la gauche di non sparire, è l'unione, il rassemblement, la parola più citata ieri, ma per ora la meno praticata. A cominciare dai tempi. Benoit Hamon non ha nemmeno lasciato che Manuel Valls terminasse il suo discorso della sconfitta, per salire sul podio del vincitore. Le tv sono state costrette a togliere l'audio all'ex premier, che stava concludendo il discorso, per dare la parola a Hamon che si è affrettato a salire in tribuna.
LA CONVERGENZA
Il neo investito candidato ha immediatamente aperto alle sinistre che potrebbero accettare una convergenza: quella radicale di Mélenchon e quella verde di Jadot. «Domani proporrò ai candidati della sinistra e degli ecologisti, Mélenchon e Jadot, di costruire una maggioranza di governo coerente, sociale, ecologica e democratica» ha detto Hamon. Difficile che questo appello possa essere ascoltato dall'ala più socialdemocratica interna al partito socialista, quella che continua a definire «surreale» il programma di Hamon. Lo stesso Valls, pur predicando la necessaria Unione, ha ricordato i punti cardine del suo riformismo verità, laicità, lavoro poco compatibili con gli argomenti del neo-candidato.
I MODERATI
A questo punto, l'esilio dei socialisti più moderati verso Macron diventa una possibilità concreta, la cui portata si vedrà nei prossimi giorni.
Il Mattino