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In sintesi, era tutto legittimo. Il suo arrivare a lavoro, timbrare e poi andarsene. Per poi tornare nel tardo pomeriggio, passare di nuovo il cartellino e prendere la via di casa. Così, per la bellezza di quattordici giorni, tra l'agosto e il novembre 2006. In tutto questo, nessuna truffa allo Stato secondo la Corte d'Appello di Venezia, che ieri ha assolto «perché il fatto non sussiste» un addetto al servizio accoglienza del Museo Concordiense di Portrogruaro ribaltando il verdetto del tribunale di Venezia e la condanna a 7 mesi e 10 giorni di cella (più 350 euro di multa) decisa un anno fa. Il motivo? Quel comportamento era stato annunciato in largo anticipo come forma di protesta.
Palermo, blitz all'assessorato alla Salute contro i furbetti del cartellino: 42 indagati Leggi l'articolo completo su
Il Mattino